La Padania e il Mezzogiorno
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PUBBLICATO su LaPadania - 15/09/1998
Nel Maggio 1996 Prodi aveva chiesto la fiducia al Parlamento e tra le altre cose aveva dichiarato , scandendo le parole una per una come sa fare solo lui, che "il Governo si impegna a mantenere la pressione fiscale invariata rispetto ai livelli del 1995 per tutto il triennio 1996-1998."
Avevamo detto: “Ué, ma siamo matti? Nel 1995 avevamo dovuto pagare delle salatissime tasse "una tantum", e per questo motivo la Lega Nord aveva contestato l'impegno di mantenere invariata la pressione fiscale, perché questo avrebbe significato pagare ancora fino al 1998 tutte le enormi tasse "una tantum" del 1995, cambiandogli solamente il nome”.
Sappiamo tutti come é andata a finire: non solo le tasse "una tantum" del 1995 sono rimaste, ma la pressione fiscale é ulteriormente aumentata in modo veramente significativo, alla faccia dell'impegno formale che Prodi aveva preso di fronte al Parlamento. In un paese normale uno che non mantiene gli impegni in modo così evidente verrebbe subito rispedito a casa. Invece da noi grazie alle TV del regime non é successo niente : tutti contenti e tutti zitti, salvo il nostro giornale, che ha pubblicato una bella foto di Visco e Prodi con su scritto un bel "bugiardi" grande così.
Anche sulla manifestazione di Domenica a Venezia e sul progetto del Blocco Padano i giornali del regime sono stati zitti o hanno raccontato bugie e banalità.
Vediamo come stanno in realtà le cose. La situazione secondo me può essere sintetizzata in questi otto punti :
1. La struttura e l'organizzazione della Repubblica italiana sono saldamente nelle mani di cittadini nati nelle Regioni meridionali. Se non ci credete andate a vedere dove sono nati la maggior parte dei dirigenti dello Stato e delle sue società . E dei dipendenti dei Ministeri. E la maggior parte degli insegnanti delle scuole pubbliche , e degli ufficiali dell'esercito , e dei dirigenti delle poste, delle ferrovie, dell'INPS eccetera. Sono quasi tutti meridionali. E attenzione, siccome le polemiche non servono a niente io qui dichiaro che tutti questi meridionali che lavorano per lo Stato italiano sono onesti. Sono onesti, ma é solo logico, ovvio e naturale che le Regioni meridionali , data l'organizzazione marcatamente centralista dello Stato, di fatto vengano privilegiate in modo veramente molto significativo nella ripartizione delle risorse . Questo é un dato di fatto, che é sotto gli occhi di tutti , e ne abbiamo conferme quotidiane. Guardate i giornali di ieri : per i nuovi assunti nel Mezzogiorno l'INPS non riceverà una lira di contributi sociali per tre o quattro anni. Ma le pensioni nel Mezzogiorno l'INPS le pagherà lo stesso, con i soldi dei contributi sociali e delle tasse che mandano a Roma le imprese e i cittadini delle Regioni della Padania. E a parte i quattrini, anche la cultura mediterranea di fatto é diventata il comune denominatore operativo del Ministero della pubblica istruzione, degli altri ministeri , degli enti pubblici e della intera organizzazione della Repubblica italiana. Ho detto e scritto mille volte che la cultura meridionale non é necessariamente migliore o peggiore di quella Padana. Non mi interessano le gare e le classifiche. Però , perbacco, nessuno può negare che le due culture sono profondamente diverse ed oggettivamente incompatibili . Insomma, sulle bancarelle dei nostri mercati della Padania non si trovano in vendita musicassette col timbro della Siae che educano i giovani ai valori della 'ndrangheta (Corriere della Sera 11 Settembre) . Noi avremo altri difetti, ma questi valori non li condividiamo e ci sono estranei . E le nostre Regioni non mandano in pensione a 41 anni e dopo soli 16 anni di lavoro i loro consiglieri parlamentari con sei milioni e mezzo netti per 15 mesi all'anno . E non danno buonuscite di oltre due miliardi e 16 milioni netti al mese di pensione ai loro segretari generali . Nomi e cognomi: il primo é Giovanni Milinci e il secondo é Silvio Liotta, quello di un partito romano che si chiama Rinnovamento italiano. E di pensionati della Regione Sicilia benedetti dalla sorte come il Giovanni e il Silvio ce ne sono oggi 12.200. Una città. Per gestire le loro pensioni lavorano 120 impiegati a tempo pieno. E indovinate chi le paga. Fonte: articolo di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera del 12 Settembre. Certo, noi Padani abbiamo sicuramente i nostri difetti : ma sono difetti molto diversi perché la nostra natura e la nostra cultura sono molto diverse. Le leggi e i regolamenti che vanno bene a Reggio Calabria , a Bari e a Palermo non possono funzionare a Brescia, Cuneo e Treviso. E viceversa. Dobbiamo rispettare principi comuni, questo sì, oggi in Italia e domani in Europa, ma ognuno a casa sua deve essere libero di recepire i principi comuni come vuole lui , nel rispetto delle proprie tradizioni e della propria cultura: le modalità e le opzioni disponibili per rispettare comunque rigorosamente un principio sono sempre numerose.
2. In assenza di una forte protesta e di una forte organizzazione da parte dei cittadini delle Regioni della Padania i partiti romani, proprio tutti, da Alleanza Nazionale a Rifondazione Comunista , non hanno mai neppure tentato di correggere questa situazione , che é illogica, iniqua ed ingiusta. Il fatto é che i "piccoli uomini che fanno politica per mestiere" , sia quelli della Padania che quelli del Mezzogiorno, non hanno dentro niente. Non hanno un obiettivo da raggiungere , più importante della famiglia, del nome e della loro stessa vita. I "piccoli uomini che fanno politica per mestiere" non cambiano mai le cose. Se sono onesti provano a gestire , e passano la vita a mediare. Se non sono onesti rubano , spesso con degli alibi : lo fanno per il partito, o per i figli, o per il collegio elettorale. Nel Parlamento di Roma i politici sono sempre stati quasi tutti di questo tipo: "piccoli uomini che fanno la politica per mestiere". Poi é arrivato Bossi.
3. La vergogna del monopolio delle Regioni del Mezzogiorno su quelle della Padania é stata sempre nascosta con una foglia di fico. La foglia di fico ha sempre avuto un nome ben preciso : partiti politici. Con le loro ideologie, i loro distinguo, le loro finte battaglie , le loro finte liti ed i loro azzeccagarbugli. Oggi la foglia di fico si chiama "sistema bipolare del Polo e dell' Ulivo", che in realtà significano Mezzogiorno e Mezzogiorno.
4. Ma grazie a Bossi sulla scena c'é anche la Lega Nord, anche se i detentori del potere cercano di nasconderla in tutti i modi e di mistificare i suoi obiettivi e il suo messaggio. Ricordo che alla fine delle elezioni politiche del 1996 la Rai aveva organizzato un dibattito "finale" tra Polo e Ulivo. Abbiamo protestato e la Rai per rispettare la legge sulla "par conditio" é stata obbligata ad invitare anche la Lega . Così a quella trasmissione, pessimamente condotta dalla Lucia Annunziata, la Rai ha dovuto far partecipare i tre soggetti politici : il Polo, l'Ulivo, e la Lega Nord per l'indipendenza della Padania. Ecco il vero bipolarismo : da una parte c'é la Lega Nord , che ha l'obiettivo di tutelare i cittadini della Padania, e dall'altra ci sono il Polo e l'Ulivo , uniti dalla comune ideologia della gestione del potere , sempre più lontani dai cittadini e che , questo a me sembra ogni giorno più evidente, hanno l'obiettivo di tutelare i loro corposi interessi e quelli della struttura meridionale dello Stato italiano.
5. Adesso , finalmente, molti cittadini delle Regioni della Padania cominciano a capire ed a toccare con mano la vera natura ed i vincoli dei partiti romani. Ecco perché adesso é necessario un nuovo passo : noi dobbiamo stimolare la nascita del Blocco Padano. Lasciatemi fare un solo esempio tra i tanti. Ci sono Cattolici che hanno capito che i partiti romani non li tutelano né come soggetti residenti nelle regioni del Nord né per la realizzazione delle loro convinzioni politiche per quanto riguarda molti principi, come la dottrina sociale, la scuola e la solidarietà. I partiti romani non li tutelano perché queste convinzioni sono figlie della loro cultura e delle loro tradizioni di Cattolici Veneti, Piemontesi, Friulani o Brianzoli. Ma questa loro cultura é veramente estranea a Roma, ai partiti romani e alla struttura dello Stato italiano, la cui cultura e le cui tradizioni sono profondamente diverse. Lo ripeto : né migliori né peggiori, ma profondamente diverse. Per incomprensioni oppure per tanti altri motivi questi cittadini non si sentono rappresentati dalla Lega Nord. Ecco perché nel Blocco Padano é giusto che ci sia un movimento che rappresenti i Cattolici Padani. E lo stesso ragionamento si può fare per imprenditori, agricoltori e per altre categorie.
6. Io mi auguro che al Blocco Padano aderiranno anche militanti ed uomini politici nati ed eletti qui, nelle Regioni del Nord, onesti e diversi dai tanti "piccoli uomini" che continuano a militare acriticamente nei partiti romani perché questo ormai é diventato il loro mestiere e continua ad essere la loro convenienza , oppure perché hanno verso il loro partito e i loro leaders un rapporto quasi religioso, un atto di fede che esclude l'uso del cervello e della ragione. Questi cittadini delle Regioni del Nord dovrebbero finalmente aprire gli occhi e rendersi conto che i loro partiti, Forza Italia, Alleanza Nazionale, Democratici di Sinistra eccetera in realtà non consentono di fare niente di significativo a favore dei loro elettori residenti nelle Regioni della Padania. E dimostrano ogni giorno di non saper fare alcuna riforma . Oppure di non volerle fare. E di non voler cambiare in nessun modo questo Stato che é nelle mani di meridionali che ho definito onesti , a modo loro e dal loro punto di vista, ma che sono lontani mille miglia dalla cultura e dagli interessi dei cittadini delle Regioni della Padania. Spero che questi cittadini trovino il coraggio e la forza 1) di abbandonare i loro partiti , 2) di costituire Forza Padania , Alleanza Padana, Democratici di sinistra Padani, eccetera, e 3) di aderire al Blocco Padano , sottoscrivendone i principi e gli obiettivi.
7. Ed ecco una facile previsione : il Blocco Padano , se il congresso della Lega Nord accetterà questa linea, si presenterà alle prossime elezioni con candidati comuni e con un programma comune, dettagliato, nero su bianco, chiaro e comprensibile a tutti , che io per ora chiamo "decalogo". Il decalogo probabilmente non prevederà la secessione , perché forse questo sarà l'obiettivo solamente della Lega Nord per l'Indipendenza della Padania . Oppure anche di altri, ma non di tutti, i partiti e movimenti che saranno rappresentati nel Blocco. Ma il programma comune , che secondo me dovrà essere sottoscritto alla unanimità, sarà certamente composto da vari progetti a favore della Padania, come 1) l'eliminazione dei prefetti e il trasferimento dei loro poteri ai sindaci e ai presidenti delle province, 2) come l'inversione dei flussi fiscali in modo che almeno il 90% delle tasse resti nei comuni , nelle province e nelle regioni dove si pagano, 3) come la regionalizzazione del sistema pensionistico, eccetera. Riforme che per essere realizzate concretamente richiederanno anni, ma che potrebbero essere approvate ed impostate anche domani mattina, se solo a Roma ci fosse un Blocco padano forte dei voti della maggior parte dei soggetti residenti in Padania. E appena uno di questi progetti sarà portato in aula a Roma, vedrete che Polo e Ulivo si spezzeranno in due, come é già successo quando abbiamo votato alcuni articoli della bicamerale. I Parlamentari eletti in Padania non potranno votare che in un modo, e quelli eletti nel Mezzogiorno in un altro. Così sarà evidente che il vero sistema bipolare é quello tra Padania e Mezzogiorno. Tra due culture , due economie e due modi di vivere e di amministrare incompatibili tra di loro, e che potranno essere amici e rispettarsi a vicenda solo se saranno immensamente più autonome, responsabili ed indipendenti di oggi.
Giancarlo Pagliarini