Questo paese è "cosa loro" e se lo tengono ben stretto
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PUBBLICATO IL 08/09/1998
Le cronache di questi giorni ci parlano di un generale dei Carabinieri accusato di essersi messo in tasca soldi collegati in qualche modo ad un rapimento. E di un Magistrato che si é suicidato in seguito ad indagini collegate ad uno o più sequestri. E addirittura di un Arcivescovo accusato di usura.
Sere fa, nel corso di un dibattito ad Oleggio, un signore ha ricordato questi fatti, che coinvolgono dei veri e propri pilastri della società italiana come la Chiesa, la Magistratura e l'Arma dei Carabinieri. Quel signore ha concluso che questa Italia ormai é una Repubblica delle banane senza giustizia , senza punti di riferimento e senza libertà. Al termine dell' intervento ha anche ricordato che il Generale dei Carabinieri in questione era un Calabrese, il Magistrato era un Sardo e l'Arcivescovo era di Napoli o giù di lì.
Non lo ha detto, ma ha lasciato intendere che secondo lui la maggior parte dei meridionali é strutturalmente disonesta. A questo punto ho dovuto interromperlo per precisare che io non sono assolutamente d'accordo con questi ragionamenti e queste dichiarazioni, e che in particolare per i tre casi citati al momento non ci sono né processi conclusi né condanne, ma siamo in presenza solo di accuse e di ipotesi. I processi non sono ancora stati celebrati e magari alla fine risulteranno tutti innocenti.
Si sono alzate molte mani , e in tanti hanno affermato di essere assolutamente certi che il Generale dei Carabinieri e l'Arcivescovo sono e saranno sempre innocenti "per definizione", perché lo Stato italiano non condannerà mai sé stesso e i suoi simboli.
A quel punto é cominciata una discussione interessante di cui vale la pena rendere conto , almeno in sintesi. Ipotizziamo che la "propensione a delinquere" dei padani e dei meridionali sia identica : come mai nei vari scandali nei quali sono coinvolti membri della macchina dello Stato italiano sono più spesso coinvolti dei meridionali? Per la legge dei grandi numeri alla fine la provenienza dei vari inquisiti dovrebbero essere proporzionale al numero degli abitanti delle varie regioni. Se non é così vuol dire che le varie regioni non sono equamente rappresentate dentro alla macchina dello Stato italiano.
Su questo argomento i pochi dati disponibile sono veramente molto indicativi. Nella "Rubrica Silenziosa" dei Quaderni Padani c'é una tabella che indica le regioni di provenienza degli ufficiali di carriera delle forze armate italiane. Le Regioni della Padania hanno circa il 54% degli abitanti di tutta la Repubblica italiana. Questo vuol dire che in una situazione normale circa il 50-60% degli ufficiali di carriera delle Forze Armate dovrebbero provenire dalle regioni della Padania. Invece il dato effettivo, riferito al 1994, é del 29,3% . Gli abitanti del Mezzogiorno sono circa il 46% del totale, ma il 70,7% degli ufficiali di carriera delle forze armate sono nati nelle Regioni del Mezzogiorno. Per i sottufficiali la percentuale dei Padani scende al 15,5, e per i "graduati ed i militari di truppa a lunga ferma" scende addirittura all'11,5.
A me questi sembrano numeri impressionanti, e che confermano il contenuto del bell' articolo di Gianluca Marchi pubblicato sulla Padania di Giovedì 3 Settembre col titolo "meridionalismo é un'ideologia". Per la cronaca, nel 1994 tutti i sottufficiali di carriera dell'esercito italiano nati nelle Regioni della Padania erano 14.173 mentre quelli della sola Campania erano 22.215 : poco meno del doppio. E anche la Puglia con i suoi 15.195 da sola dava più sottufficiali di tutta la Padania. I graduati e militari a lunga ferma della Puglia (19.814) , Sicilia (14.535) e Campania (13.005) da soli superano quelli di tutte le Regioni della Padania, che sono 8.569. Ci saranno tanti buoni motivi, sociali ed economici , in parte collegati anche alle possibilità di trovare lavoro, per spiegare questi numeri, ma cosa volete che vi dica, a me questa situazione sembra veramente inquietante. Secondo me questi numeri non sono né logici né naturali , e comunque , se i dati pubblicati dai Quaderni Padani sono corretti, mi pare che si debba parlare di esercito del Mezzogiorno. Come vedete nella tabella l'82% di tutti gli ufficiali e sottufficiali di carriera viene dal Mezzogiorno , e i due terzi vengono da quattro sole regioni : Campania, Puglia, Sicilia e Lazio.
Andiamo avanti con questi interessanti numeri dei preziosi Quaderni Padani. Diamo una occhiata alle Regioni di provenienza dei Segretari Comunali. Nel 1996 erano 6.367, e secondo logica circa il 54%, vale a dire poco meno di 3.500 , dovrebbero provenire dalle Regioni Padane. Ebbene, nel 1996 i Segretari Comunali nati nelle Regioni della Padania erano 1.789 : solamente il 28,1% del totale. Eppure questo é un bel mestiere, e si guadagna anche bene.
La situazione dei Prefetti é nota ed é ancora peggiore. I Quaderni Padani hanno pubblicato la situazione del 1995. Erano cento, divisi in questo modo : due non erano nati in Italia, otto erano nati nelle Regioni della Padania , e novanta nel Mezzogiorno. Sono numeri incredibili.
A questo punto sarebbe veramente interessante avere qualche altro dato, come per esempio le regioni d'origine dei dipendenti del ministero dell'agricoltura, di quello della sanità, di quello del Tesoro, della Farnesina e degli altri ministeri. E dei dirigenti dell'INPS, dei dirigenti delle Ferrovie dello Stato, dei dirigenti delle Poste, dei dirigenti dell'IRI, dei dirigenti del CONI. E dei magistrati. E degli ufficiali della guardia di finanza . E quelli dei Carabinieri. E degli insegnanti nelle scuole pubbliche, dei dipendenti dei vari servizi segreti, dei dipendenti e dei pensionati delle ferrovie dello Stato , eccetera eccetera. E anche degli Arcivescovi: questo dato magari aiuterebbe a capire meglio certe incredibili dichiarazioni della Chiesa nei confronti della Lega Nord. Cercheremo, anche con l'aiuto dei nostri lettori, di pubblicare e commentare questi dati, ma a me sembra sia di tutta evidenza che oggi l'organizzazione e la struttura dello Stato italiano é saldamente nelle mani dei cittadini italiani che sono nati nelle Regioni meridionali della Repubblica.
Io non faccio certamente parte di quelli che pensano e dicono che i meridionali sono delinquenti , egoisti, lazzaroni o cose del genere. Non lo dico e non lo penso. Però dico questo : é un fatto che la struttura portante dello Stato italiano é saldamente rappresentata da meridionali. Ed é solo naturale che anche i più onesti di loro siano portati a favorire, magari inconsciamente, le carriere e le promozioni di loro concittadini e di loro compaesani. Non per disonestà intellettuale o perché soggetti a minacce o a pressioni nei loro paesi, ma anche perché li conoscono meglio , sono più in sintonia , ci lavorano meglio assieme perché sono culturalmente più simili. Invertendo le parti forse succederebbe lo stesso : non ha proprio nessun senso stare qui a fare polemiche e lanciarsi insulti . Ma resta il fatto che i risultati pratici di questa situazione sono questi tre. Primo, la cultura Padana, che é profondamente diversa da quella meridionale, non é rappresentata dentro alla struttura dello Stato italiano. Secondo, i cittadini, le Regioni , le Province, i Comuni e le aziende della Padania sono continuamente penalizzate sul piano finanziario e fiscale, nei servizi e nelle infrastrutture . Terzo, da Roma , dalla struttura dello Stato e da tutti i partiti che vogliono prendere voti nel Mezzogiorno non potrà venire mai nessun vero cambiamento, perché questo Stato é "cosa loro", ed é logico che se lo vogliano tenere ben stretto e se possibile controllarlo, gestirlo e spremerlo ancora di più. L'unica speranza é il Polo Padano, che secondo me non deve essere una costola della Lega Nord, ma il Polo di tutti quegli uomini che vogliono tutelare gli interessi dei soggetti residenti nelle Regioni della Padania.
Giancarlo Pagliarini