Quanto debito sui figli

PUBBLICATO su LaPadania - 25/08/1998

Un noto istituto di ricerca, il National Bureau of Economic Research, ha pubblicato un volume intitolato "Generational Accounting Around the World", scritto da due ricercatori, Laurence Kotlikoff e Willi Leibfritz. E' utile parlare di questa ricerca, dato che la Lega Nord é sicuramente stato il primo partito che ha cercato di far capire ai parlamentari di Roma il concetto di "equità economica tra generazioni". Per noi questo é un concetto importante.

Fa parte della nostra cultura padana. E' un principio che noi padani abbiamo nel sangue, mentre gli italiani hanno nel sangue proprio il principio opposto: spendiamo oggi, poi domani "qualche santo provvederà". Parlando del bilancio dello Stato i santi in questione sono i nostri figli, sono le generazioni future.

In quella ricerca hanno cercato  di individuare, per 17 paesi,  come si muoverà nei prossimi anni il  "saldo fiscale netto". Questo "saldo fiscale netto" rappresenta la differenza tra le tasse che dovranno pagare i cittadini nel corso della loro vita e i trasferimenti complessivi che riceveranno dai loro Stati.

Dei  17 paesi esaminati, 8 fanno parte dell'Unione Europea, e i loro dati li vedete nelle quattro tabelle esposte qui di fianco , che hanno questo significato:

-        nella tabella A vedete il "saldo fiscale netto" di quelli che sono nati nell'anno 1995. In questa classifica l'Italia unita é  al quarto posto. I neonati dell'anno 1995  si trovano sulle spalle un debito intergenerazionale di 202 milioni a testa. Molto peggio degli Svedesi (326 milioni), dei Tedeschi e dei Francesi.

-        ma secondo i ricercatori del National Bureau of Economic Research tra qualche anno le cose cambieranno in modo radicale : i bimbi Svedesi nasceranno con meno debiti  mentre al primo posto ci saranno i Tedeschi (561 milioni) seguiti dai Padani e dagli Italiani, illogicamente uniti, con  469 milioni a testa. Questi dati li vedete nella tabella B.

-        adesso facciamo una sottrazione:  B meno A. Così possiamo vedere  quale é la differenza tra le previsioni e il dato di partenza della ricerca, che é l'anno 1995. Il risultato di questa sottrazione é  nella tabella C, dove potete vedere che  per la Germania e l'Italia é previsto un peggioramento di 269 e 267 milioni rispettivamente. Mentre per la Svezia é previsto un miglioramento di 72 milioni. Solo per inciso, vi ricordo che la Svezia fa parte dell'Unione Europea ma ha deciso per il momento di non aderire all'Unione Monetaria. Cosa che hanno fatto anche  il Regno Unito , la Grecia e la Danimarca. Questo lo ricordo solo perché Prodi e soci continuano ancora ad andare in giro a vendere come un grande successo l'adesione dell'Italia all'Unione Monetaria. La Svezia ha deciso di restare fuori e non é successo nessun terremoto. Anzi.

-        Infine nella tabella D facciamo la percentuale del peggioramento previsto , che é quello della tabella C,  sul punto di partenza (tabella A). Come vedete se non cambierà  qualcosa i debiti che i cittadini della Repubblica italiana  trasferiranno ai loro figli aumenteranno del 132% : più che raddoppiati.  E questo é l'aumento più alto di tutti i paesi dell'Unione Europea inclusi nella ricerca.

Questi sono i dati del National Bureau of Economic Research, che, vi assicuro, non é un centro studi della Lega Nord (magari!...).

 

A questo punto dobbiamo chiederci se questa situazione in prospettiva é sostenibile. Se la risposta fosse un "sì", vuol dire che non c'é problema , che possiamo pensare ad altro e tirare a campare. Ma a me pare che la risposta non può essere che negativa: queste previsioni indipendenti ci confermano che in prospettiva un sistema economico con queste caratteristiche non potrà  reggere : a un bel momento i nostri figli non riusciranno più a pagare i debiti che il nostro Parlamento, cieco ed egoista, continua ad accumulare e a trasferire sulle loro spalle. E si rifiuteranno per un motivo molto semplice : non ce la faranno più,  anche volendo.

Ed è veramente triste toccare con mano l'uso improprio che viene continuamente fatto della parola "solidarietà" da parte della sinistra , da parte dei sindacati e spesso purtroppo anche da parte della Chiesa Cattolica. Alla base di questo uso improprio del concetto di solidarietà ci sono tre elementi : malafede, ignoranza delle leggi fondamentali dell'economia, e quella cultura di cui abbiamo parlato prima. Quella cultura che trova logico dire "spendiamo oggi (magari per ottenere consenso elettorale),  che tanto poi qualcuno ci penserà".

I risultati della ricerca del National Bureau of Economic Research dovrebbero essere tenuti presenti  come  chiave di lettura  quando discutiamo e quando sentiamo o leggiamo dichiarazioni di politici, di sindacalisti , di intellettuali e di uomini della strada. Giancarlo Pajetta diceva che occorre sempre preferire la rivoluzione alla verità. Io penso che noi leghisti  dobbiamo sempre essere consapevoli, capire  e cercare di far ragionare.

Un esempio: da sempre la Lega Nord dice che é necessario modificare  il sistema pensionistico  per inserire anche una significativa parte   a capitalizzazione, in modo che i lavoratori risparmino  per le loro pensioni, senza trasferire questo debito ai loro figli.  Il modello , in parte,  é quello Cileno. L'Unità 13 Maggio 1994 scriveva : "Il Ministro del Bilancio Giancarlo Pagliarini vuole fare proprio come fece Pinochet in piena dittatura, quando gli oppositori venivano torturati e uccisi, i cadaveri fatti scomparire. Pensioni in Italia come nel Cile della dittatura assassina. Per l'ufficio internazionale del lavoro la ricetta che il ministro del Bilancio vuole importare dall'America Latina in dieci anni ha dato risultati disastrosi : basse pensioni, scarsa rete di sicurezza per i lavoratori, spesa pubblica previdenziale alle stelle. Un sistema inapplicabile nei paesi industrializzati". Passano tre  anni e il Giornale del 13 Marzo  1997 esce con questo titolo : "Prodi consulta l'ambasciatore cileno. Vuole che l'Italia impari da Pinochet. Il premier ospite nella sede diplomatica insieme con Treu, Andreatta, Cofferati, D'Antoni e Larizza. Motivo : studiare la riforma delle pensioni varata nel 1981 dal generale-dittatore con ottimi risultati. In solo 15 anni raddoppiati gli assegni agli ex lavoratori e diminuiti gli oneri per lo Stato sudamericano". Quello ricetta é ancora più che valida, ma in Italia non c'é niente da fare perché  le pensioni sono "cose del sindacato" .

Gli autori della ricerca hanno scritto  che per diminuire lo squilibrio tra generazioni ci sono  due strade : o quello di aumentare le tasse a carico dell'attuale generazione o quello di diminuire le spese delle pubbliche amministrazioni . Dunque diminuire le prestazioni sociali e il Welfare.

La Lega Nord invece ha sempre proposto un'altra strada: quella di produrre più ricchezza. Dunque lavorare   in modo più razionale. E per raggiungere questo obiettivo proponiamo da sempre la via della responsabilità, la cui traduzione nel linguaggio della politica é "federalismo".  Certo, per noi  Padani essere responsabili significa anche vivere magari male noi per lasciare una società migliore ai nostri figli. Gli italiani non la pensano così : va bene, facciano pure, nessuno deve comandare in casa d'altri. Ma spiegatemi perché in casa nostra dobbiamo accettare questa cultura italiana dello "spendiamo oggi che tanto domani qualche santo provvederà"?

Un esempio tra i tanti .  Quando Violante dice ("Sole - 24 Ore" del 19 Agosto) che "visto il calo demografico, bisogna dare maggior spazio ai lavoratori che vengono da altri paesi", bisogna rendersi conto  che lui pensa  che se un extracomunitario arriva , lavora e versa questa mattina  all'INPS 100 lire di contributi sociali, l'INPS prende quelle 100 lire e le usa subito, oggi pomeriggio , per pagare le pensioni. Ecco perché per uno come Violante  "bisogna dare maggior spazio ai lavoratori che vengono da altri paesi" : perché loro lavorano e pagano le nostre pensioni. Ma ci sono due cose che non funzionano nel ragionamento di Violante. La prima é che statistiche alla mano tutti dicono che nel Mezzogiorno ci sono tantissimi disoccupati. Ma scusate, se ci sono dei disoccupati perché non lavorano loro? Perché dobbiamo far arrivare degli extracomunitari e dargli del lavoro se abbiamo in casa tanti disoccupati. Io non lo capisco. Qualcuno me lo dovrebbe spiegare. E chi me lo spiega dovrebbe tener presente che le false pensioni, gli stipendi per i lavori socialmente utili,   le casse integrazione eccetera che diamo ai disoccupati che non accettano di fare i lavori che fanno gli extracomunitari noi le stiamo finanziando con il debito pubblico. Insomma, tutti questi interventi per il nostro welfare le  pagheranno i nostri figli.   La seconda é che il lavoratore extracomunitario che decide di lasciare il territorio italiano potrà richiedere all'INPS la liquidazione completa , con la maggiorazione del 5% , di tutti i contributi sociali versati a suo nome: non solo di quelli versati da lui e che risultano dalla busta paga, ma anche di quelli versati dal datore di lavoro. Questo dato sconcertante é contenuto nel decreto legislativo 25 Luglio 1998 n. 286. Sono certo che i due autori del volume "Generational Accounting Around the World" che ho commentato in precedenza non conoscevano quest'altro decreto dell'Ulivo, perché altrimenti avrebbero rivisto le loro stime per l'Italia . Peggiorandole ulteriormente.

 

Giancarlo Pagliarini