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PUBBLICATO su LaPadania - 18/08/1998
1. La "pensione da fame " di 4 milioni al mese
Non so se avete letto il bell'articolo di Marcello Ricci sulla Padania di Venerdì 14 Agosto. Se non l'avete letto, procuratevelo. Si parla di un funzionario delle Poste italiane in pensione, che si lamenta perché, dice "ho una pensione da fame, non arriva a quattro milioni netti al mese, é una vergogna".
Certo, dal suo punto di vista é una vergogna , perché magari pensa: ma come, a me che ho lavorato nelle Poste italiane date quattro milioni netti scarsi al mese mentre alla vedova del Ventriglia, quello del Banco di Napoli, date una pensione di reversibilità di quasi due milioni al giorno. Ripeto : quasi due milioni di lire al giorno. Porca miseria, non é giusto: dovete aumentare subito la mia pensione. Tanto a pagare ci pensano quei furbi di cittadini Padani che votano per i partiti romani. Poi si parla di una avvenente signora Grazia che si lamenta perché era stata assunta alle Poste italiane non per portare le lettere ma per curare i rapporti con gli elettori di un suo amico sottosegretario. Adesso il sottosegretario é cambiato , lei naturalmente é ancora alle Poste italiane e continua a ricevere regolarmente lo stipendio, ma si lamenta perché "non mi affidano alcun lavoro; una noia per ingannare il tempo; per fortuna posso uscire come e quando voglio, sbrigo le mie cose e vado a passeggiare.
Il bravo Marcello Ricci scrive che "questa é la realtà non del solo Ente poste, ma di tutti gli apparati di uno Stato marcio e in via di dissoluzione" . E io , che a Roma ci devo andare tutte le settimane , vi posso assicurare che Ricci non esagera per niente : é proprio così marcio, ed anche peggio. Ma purtroppo non é per niente in via di dissoluzione, grazie proprio a quei cittadini delle Regioni della Padania che votano per i partiti romani e che trovano logico e naturale mandare i soldi delle loro tasse e dei loro contributi sociali giù a Roma.
2. Il potere romano e le privatizzazioni
Con le Poste, con le partecipazioni statali , con l'INPS e con gli altri enti, i sindacati e i partiti romani hanno sempre gestito il potere. Ed hanno tutte le intenzione di continuare. L'Ulivo continua a sbandierare le sue privatizzazioni, ma in realtà mi sembra che a Roma non stia cambiando niente. Il Tesoro continua a detenere il 38% dell'ENI. Della privatizzazione dell'ENEL non se ne parla più . Anzi : adesso l'ENEL , e quindi lo Stato, si mette ad investire in nuovi settori, come la telefonia. E anche della privatizzazione delle Poste italiane non se ne parla più. Anzi, le Poste italiane vogliono comperare da Finmeccanica l'Elsag. In questo modo in sostanza lo Stato con i soldi delle tasse che mandiamo a Roma comprerebbe da sé stesso una azienda che é già sua. E non si parla di privatizzare la zecca dello Stato, le cui attività in molti paesi sono affidate in concessione a privati. E le ferrovie , che i privati gestirebbero sicuramente molto meglio dello Stato. E sono pronto a scommettere che saranno rinviate a chissà quando le privatizzazioni dell'Alitalia, della BNL, degli aeroporti di Roma, di Maccarese, eccetera eccetera.
3. L'ultima follia : le pensioni dei "sommersi"
Ma forse non é vero che non sta cambiando niente. Forse qualche cambiamento c'é , ma in peggio. Basta pensare all'incredibile legge Turco-Napolitano sulla immigrazione. L'ultima follia di cui sono a conoscenza é quella della "sanatoria del lavoro sommerso", che a quanto si sente dire verrà approvata dal consiglio dei ministri prima della fine del mese di Agosto. Non sono ancora riuscito ad ottenere il testo originale , ma se fossero vere le prime anticipazioni c'é il pericolo che la sanatoria funzionerà in questo modo:
a) Le aziende "sommerse", quelle che lavorano in nero, si autodenunciano, così a loro favore scatterebbe una bella sanatoria fiscale in modo che gli amministratori possano dormire sonni tranquilli per il passato. Alla faccia , scusate l'espressione un pò forte ma quando ci vuole ci vuole, di quegli amministratori e di quegli imprenditori "fessi" che invece hanno pagato regolarmente le tasse. E anche alla faccia di quegli altri, "fessi" anche loro, che le hanno evase, ma solo in piccola parte e solo perché proprio non potevano farne a meno, perché altrimenti avrebbero dovuto chiudere.
b) In quelle aziende "sommerse" ci lavorava della gente che veniva pagata in nero. Dunque ci lavoravano delle persone che non pagavano né tasse né contributi sociali. Però a favore di questi signori non maturava nessuna pensione. E invece, diamine, la pensione bisogna dargliela, perché lavoravano. Certo, lavoravano in nero, ma lavoravano : dunque erano dei lavoratori da tutelare, e pazienza se non pagavano tasse e contributi sociali come invece facevano e fanno i lavoratori (scusate, ma a questo punto devo dire "fessi" anche loro) delle Regioni della Padania, di Brescia, Treviso , Mondovì, Colico , Novara, Bergamo , Chiavari, Vicenza eccetera.
c) Le aziende che si autodenunceranno diranno anche quanti e quali persone lavoravano per loro in nero.
d) Questi lavoratori avranno diritto alla pensione per gli anni che diranno di aver lavorato in nero senza versare tasse e contributi sociali. Per le tasse, se ho capito bene, ci sarà la sanatoria anche per loro. Diamine, se si perdonano gli imprenditori e gli amministratori che non hanno pagato le tasse, é giusto perdonare anche i loro dipendenti che hanno seguito il "buon esempio" e non le hanno pagate.
e) In realtà, ammirate la finezza, per questi lavoratori non ci sarà un formale condono fiscale, ma "il condono sarà automatico perché se per gli anni di evasione si stabilisce convenzionalmente che la retribuzione é stata di cinque milioni all'anno, questa é al riparo da ogni prelievo".
f) I legulei romani possono fare tutti i salti mortali che vogliono, ma in pratica per le tasse ci sarà un vero e proprio condono, alla faccia degli onesti che le hanno pagate. Ma per avere diritto alla pensione questi lavoratori che non hanno pagato tasse e contributi sociali dovranno versare all'INPS dei contributi sociali, altrimenti sarebbe stata troppo sporca. Adesso fate attenzione
g) Gli importi dei contributi sociali da versare non saranno calcolati sulle somme che hanno effettivamente incassato (in nero) , ma , leggo sul Corriere della Sera (9 Agosto) , nella misura del 25% del minimale contributivo.
h) Questo "minimale contributivo" é di circa 21 milioni all'anno. Il 25% di 21 milioni é poco più di 5 milioni. Per legge si presumerà che questa é la cifra che hanno guadagnato ogni anno. Ecco come salta fuori il condono fiscale.
i) Su questa cifra l'INPS incasserà i contributi sociali, che sono del 32,7%. Una parte, il 23,8% la pagheranno i datori di lavoro, deducendola dalle tasse, e una parte, l'8,9% la pagheranno i lavoratori.
l) La somma fa circa un milione e settecento mila lire per ogni anno di lavoro che questa legge consentirà di riscattare. Il dettaglio del calcolo lo vedete nella tabella qui di fianco.
4. Quaranta rate senza penali e senza interessi
Questo milione e settecento mila lire potrà essere pagato in 40 (quaranta) rate trimestrali. Quindi in dieci anni, senza penali e senza interessi. Così , facciamo un caso limite, se nella legge non ci saranno dei paletti e se i sindacati saranno d'accordo, uno potrà dire che ha lavorato in nero per 34 anni, pagherà 397 mila lire al trimestre e dopo un anno se ne andrà in pensione felice e contento come una Pasqua. Tanto a pagare le loro pensioni ci penseranno sempre quei Padani che votano per i partiti romani.
5. Decidono i sindacati romani
Se ho capito bene gli anni da condonare non saranno decisi né dalla legge, né dagli imprenditori, né dai lavoratori interessati, ma dai sindacati romani. Infatti sul Corriere della Sera del 9 Agosto si legge che "L'uscita dal sommerso sarà possibile solo dopo la sottoscrizione di un accordo tra impresa e sindacati che individui i lavoratori e i rispettivi periodi di attività da condonare".
6.Riemergeranno e poi faranno cause .E le vinceranno
Naturalmente una volta che l'azienda sarà formalmente riemersa, i lavoratori "ufficialmente riemersi" potranno dire che in realtà guadagnavano molto di più del minimo previsto da questa legge : e infatti il governo ha già ammesso che per questo c'é il pericolo di contenziosi davanti ai giudici. In questo caso le loro pensioni saranno molto più alte di quelle calcolate sulla base del minimo contributivo, e indovinate chi dovrà pagarle ? Bravi, avete indovinato: sempre noi , sempre i cittadini delle Regioni della Padania. Con le nostre tasse , che vanno a Roma. E con i nostri contributi sociali, che vanno anche loro tutti a Roma.
7. Il signor Romano Solari di S. Andrea di Rovereto
Ho spiegato questo progetto di legge a un amico , il signor Romano Solari, ligure di S. Andrea di Rovereto, settantun anni, elettricista in pensione. Per inciso, il signor Romano é fortemente critico verso la Lega Nord perché continua a dire che non dovevamo uscire dal governo e che abbiamo messo il paese nelle mani dei comunisti : ma prima o poi riuscirò a fargli capire com'era la situazione e come sono andate le cose. La sua reazione quando abbiamo parlato di questa legge é stata questa : "Ma non siamo tutti uguali? Allora che restituiscano le tasse pagate e i contributi sociali versati a tutti quelli che sono stati onesti, e gli concedano lo stesso trattamento: ". Ho voluto citare questo commento a caldo di un anziano, saggio ed onesto cittadino ligure perché mi é sembrata una reazione molto logica.
8. Il 90% delle tasse alle Regioni
In conclusione, sulla base delle informazioni in mio possesso a me sembra che questa sia una delle più classiche leggi del partito trasversale dell'assistenzialismo e della spesa pubblica. Che come al solito si risolverà in un altro aumento del debito pensionistico e del debito pubblico che stiamo trasferendo sulle spalle dei nostri figli. Non so se tutto questo vi sembra giusto e se quelli che hanno pagato tasse e versato contributi sociali non si sentano sfruttati. Vedo sulla Padania del 15 Agosto che il Polo Padano chiede tre cose : la Magistratura eletta dal popolo, la Assemblea Costituente, e il riconoscimento della Padania. Mi permetto di suggerire di aggiungere due cose : 1) secondo me il Polo Padano dovrebbe chiedere che in un periodo di tempo ragionevole si realizzi la regionalizzazione del sistema pensionistico. I contributi sociali dovranno essere versati all'ente previdenziale delle singole Regioni. In questo modo se la Sicilia, la Puglia, la Campania eccetera vorranno pagare ricche pensioni alla gente che ha lavorato ma non ha pagato tasse e non ha versato contributi sociali, facciano pure : ma con i loro soldi. E naturalmente 2) il Polo Padano dovrebbe mettere sul tavolo con tutta la sua forza la questione fiscale, per ottenere almeno che ogni Regione si tenga il 90% di tutte le tasse che pagano i soggetti residenti, in modo da eliminare l'intermediazione di Roma e in modo da ottenere automaticamente tutto quello che conseguirebbe, che non é poco. Tornerò presto su questo argomento, e intanto invito i lettori a discutere tra di loro e a scriverci cosa ne pensano di questa idea.
Giancarlo Pagliarini