Pontida e i Monaci in camicia verde

PUBBLICATO su LaPadania - 02/06/1998

Una cosa é certa: qui, a Pontida, in mezzo alla nostra gente, le parole ci escono dal cuore. E' inutile dire cosa penso e cosa provo adesso: penso e provo esattamente le stesse cose che pensate e che provate voi. Per esempio penso, e sono sicuro che lo pensate anche voi, che qui, su questo prato, non c'é nessuno che vuole dividere l'Italia.

Noi abbiamo altre cose a cui pensare. Noi dobbiamo pensare a liberarci da Roma. Dopo,  se i Calabresi vorranno fare parte dello stesso Stato dei Pugliesi, dei Siciliani e degli abitanti del Lazio, se vorranno stare assieme, se vorranno  organizzarsi nel rispetto di valori e di principi  che  a tutti loro sembrano giusti  e che tutti  loro rispettano spontaneamente,  bene, facciano pure.

E se invece vorranno dividersi, si accomodino: si dividano. Non c'é niente di più illogico e più disumano che  essere obbligati a stare assieme quando non si condividono sogni, principi ed ideali.

Sono problemi loro, sono problemi degli italiani. Ma  tutti noi che siamo qui a Pontida, scusate, cosa c'entriamo? Certo, ci interessano e siamo pronti ad aiutarli, come ci interessano e siamo pronti ad aiutare Greci e Francesi, Bavaresi e Catalani.

Noi siamo Padani, e non é giusto che noi si  vada a ficcare il naso e magari a voler comandare in casa d'altri.

Noi non vogliamo interferire in casa d'altri, ma non é giusto che altri vengano a cacciare il naso e a comandare qui da noi, in Padania.

E invece il naso, e anche le mani,  in casa nostra ce le mettono sempre, tutti i giorni, dalla mattina alla sera.

La giustizia in Padania non funziona. Perché é una giustizia lontana dal popolo. Perché é una giustizia figlia di una cultura e di principi  che sono lontani anni luce dalla cultura , dalla prassi  e dai principi dei nostri genitori.

Attenzione : non ho detto principi  "migliori" o "peggiori". Ma diversi sì! Lontani anni luce da questo prato, questo sì.

E per gli stessi motivi non funziona la scuola. Dove ci sono i coloni che Roma manda ogni giorno su da noi , in Padania. Questi coloni, forse senza rendersene conto, fanno politica dalla mattina alla sera, anche quando cercano di insegnare . Si sentono come dei missionari: la loro cultura é diversa dalla nostra e  in molti , magari anche in buona fede e sempre nel rispetto dei programmi del ministero della pubblica istruzione di Roma  (Italia), cercano  di redimere i figli  dei barbari e di farli inginocchiare davanti alle croci, ai credo, ai valori e alle leggende del Mediterraneo e della Magnagrecia. Ma qui siamo in Padania, e noi abbiamo croci, credo, valori e leggende profondamente diverse.

E allora , per un rispetto verso la storia, verso noi stessi , verso i nostri padri e verso i nostri principi, facciamo la scuola Padana. E facciamola funzionare bene. Si tratta dei nostri figli. Non possiamo delegare a terzi la loro educazione . E' un nostro diritto che ci é stato  tolto perché questo era l'unico modo per preservare il dominio di Roma. Ed è un nostro dovere  al quale non possiamo sottrarci.

Per gli stessi motivi non funzionano l'ordine pubblico, le poste, il commercio,  i trasporti.

E allora organizziamo istituzioni coerenti con la nostra cultura e con i nostri principi. Organizziamo la polizia Padana.  E le posta Padane. E il commercio Padano. E i trasporti Padani, nei nostri fiumi, nei nostri cieli e sulle nostre strade.  Non diamo più una lira all'ANAS romano e pensiamoci noi.

Non funzionano i rapporti sul lavoro. Ci sono leggi assurde. Avete mai  provato a pensare  alle enormi  differenze culturali che ci sono tra il Sin.Pa, il sindacato Padano, e i sindacati romani? Provate a discutere mezz'ora di qualsiasi argomento, dalla tutela dei lavoratori a come creare nuovi posti di lavoro. Discutetene  prima con il Cofferati e con il Larizza . E poi parlate con il nostro Magri e con la Rosy Mauro. E dopo  ditemi se sono figli della stessa cultura , se condividono gli stessi principi, se tra di loro c'é un comune sentire. Insomma, se possono fare parte della stessa nazione.

La Lombardia, il Veneto, il Piemonte, la Romagna, oggi per il potere di Roma sono esattamente come erano tanti anni  fa l'India per il potere di Londra. E il Congo per il potere di Bruxelles.  E il Messico per Madrid. E l'Armenia per i Turchi. E  come é ancora oggi il Tibet per Pechino : per Roma noi siamo monaci in camicia verde . Non possono bruciarci vivi e  non possono sterilizzarci. E allora tentano di distruggere le nostre imprese con le tasse e con  la guardia di finanza . E di distruggere  la nostra cultura con la loro scuola coloniale . E di distruggere la nostra società civile con le loro leggi sulla immigrazione  e con la loro giustizia che ha ormai le caratteristiche di una perpetua istigazione a delinquere con garanzia di impunità.

Ma gli Aztechi, prima di essere uccisi, non avrebbero  mai votato , nelle elezioni di  casa loro , per un partito con il nome di  "Forza Spagna". E gli indiani sfruttati dagli inglesi mai e poi mai avrebbero votato   casa loro per un partito denominato  Alleanza Nazionale Britannica.

Da noi invece succede. E' incredibile, ma in Padania ci sono Padani sfruttati , ma felici perché per ora hanno ancora la pancia piena, che votano per Roma . Ebbene, se qualcuno si lamenta, perché gli hanno ucciso il padre in un ospedale, o perché paga troppe tasse e non sa più dove voltarsi,  o se  non ha lavoro perché  la sua azienda ha chiuso e si é trasferita in Polonia o a Melfi, o se i clienti non pagano , o per i mille  e mille altri motivi offerti ogni giorno dalla nostra società incivile, voi ricordateglielo : se non ha votato per la Lega Nord non ha il diritto di lamentarsi, perché questa società é figlia del suo voto per Roma. Che sia Polo o Ulivo é uguale , non cambia niente, perché  é sempre un voto per Roma.

Vogliamo vivere liberi. E tutti noi qui sul prato di Pontida abbiamo capito che per vivere liberi dobbiamo liberarci da Roma.

Per liberarci da Roma é necessario che ognuno di noi si impegni per far ragionare il nostro vicino di casa, il nostro collega sul lavoro, i nostri amici. Dobbiamo fargli capire come stanno veramente le cose.

Io qui voglio ricordarvi un  argomento per le vostre discussioni.

Qualcuno dice che la Padania  non deve essere libera e indipendente , ma deve continuare a fare parte della Repubblica italiana perché da sola la Padania sarebbe troppo piccola, non potrebbe reggere la concorrenza internazionale, e diventerebbe una colonia della Baviera.

Ebbene, ricordate che la Padania da sola é la sesta potenza del mondo.

Ricordate che solo cinque Stati al mondo generano un PIL superiore a quello della Padania. Sono gli Stati Uniti, il Giappone, la Germania, la Francia e l'Inghilterra. Dopo questi Stati , al sesto posto nel mondo, viene la Padania. Da sola.

E ricordatevi che la Lombardia, da sola, genera più ricchezza della Danimarca. Forse che la Danimarca non é una Nazione civile, rispettabile e rispettata?

Il Veneto, da solo, ha un prodotto interno lordo superiore a tutto il  Portogallo. E allora cosa ci venite a dire? Che il Portogallo non ha il diritto di esistere come Nazione indipendente e competitiva?

E il Piemonte dei Comino e dei Borghezio, da solo, genera un prodotto interno lordo superiore a quello di tutta la Grecia. Cos'è , forse che la Grecia non esiste? Non é uno Stato? Me la sono inventata io la Grecia?

C'é qualcuno su questo prato di  Pontida che sa spiegarmi perché  tutta questa energia vitale , perché  questa creatività, perché queste risorse  devono essere mortificate da questa scuola , sterilizzate  da questa burocrazia, drogate  da questi sindacati romani e imbrogliate da  questa  giustizia  che non hanno nessun punto di contatto con la nostra cultura Padana  e con la nostra storia.

Ditemi perché le energie, la cultura e i principi  dei popoli della Padania devono essere bruciati  sull’altare di uno Stato centrale assurdo, irrazionale e incompatibile con i nostri modi di amministrare, di pensare  e di vivere?

Gli argomenti di cui potremmo parlare sono veramente tanti, e voi li trovate tutti  e tutti i giorni sul nostro giornale, LaPadania.

Leggetelo, il nostro giornale. E fattelo leggere. E  non stancatevi mai di discutere e diffondere questi concetti.

Perché  la libertà non ce la regalerà nessuno. Dobbiamo conquistarcela giorno dopo giorno  usando le nostre armi. Che sono la disubbidienza civile, quando sarà il momento. E il  cervello, la cultura, il buon senso,  e le discussioni tra di noi e con quei Padani che,  felici, contenti e con le pance piene, continuano a votare per  Roma.

Con queste armi e con tanta santa pazienza , finché avremo pazienza, dobbiamo combattere  tutta l'ignoranza, tutte le bugie e tutta la disinformazione che il regime di Roma utilizza tutti i giorni per poter continuare a sfruttare, anche con l'aiuto di tanti Padani, i popoli Padani.

 

Giancarlo Pagliarini