In piena dittatura

PUBBLICATO su LaPadania - 02/09/1997

In Padania, e anche nel Mezzogiorno, c’é ancora tanta  gente che  ha paura dei “potenti”,  che non conosce e non difende i suoi diritti più elementari, ma se li lascia calpestare  ogni giorno . Che non é consapevole della sua forza e  che non conosce neppure il significato della parola   libertà. Il potere dovrebbe essere  dei popoli, e  i popoli dovrebbero  poter scegliere consapevolmente i loro rappresentanti.

Ma oggi nella Repubblica italiana  non é così . TV e giornali del regime romano ostacolano scelte libere e consapevoli , soprattutto nelle grandi città. E  i popoli nella Repubblica italiana  hanno pochi diritti e nessun potere.

Il potere é tutto concentrato nelle mani di quelli che noi chiamiamo “detentori del potere”: sono soprattutto 1) sindacati e 2) alcuni uomini della Chiesa, e poi 3)  la grande industria, 4) il PDS  con  la magistratura , con le cooperative e con  altri politici, sia di sinistra che di destra, 5) i burocrati di Roma,  e naturalmente  6)  mafia e  delinquenza organizzata. E poi via via 7) tutti quelli che “ci stanno”, che accettano questo sistema senza libertà , senza dignità e senza  mercato. Insomma, tutti quelli che accettano di gestire piccole fette di potere  in cambio dell'iscrizione ai vari club degli amici degli amici, dell'impegno di  genuflettersi ogni tanto, quando é necessario, e di  scodinzolare ed abbaiare a  comando.

Le cronache   dimostrano ogni giorno  che  i “detentori del potere”  ormai sono al servizio solo  di sé stessi e dei loro interessi. Questi interessi hanno un costo, e secondo me  é certo che se i cittadini della nostra area geografica non reagiranno si troveranno presto a dover pagare due conti molto salati : l'esclusione dall'Unione Europea , la perdita di valore della lira e del potere di acquisto delle pensioni e dei risparmi in lire, e il congelamento del debito pubblico.

 

Lo scenario é sintetizzabile in questi tre punti  :

1.         In assenza della cultura, della prassi e delle regole del mercato il paese sta diventando  ogni giorno meno competitivo . Conseguenza: ormai la nostra é una  recessione quasi permanente. La settimana scorsa Prodi e i membri del Governo non hanno commentato   il rapporto Mediobanca 1996 , relativo ai conti di 1.740 società . Sembra il bollettino di una guerra persa : ricavi in frenata, profitti in calo, investimenti fermi, occupazione in diminuzione, eccetera.   In compenso abbiamo scoperto ufficialmente che l'INPS paga le pensioni anche ai morti . In breve , la repubblica italiana non genera sufficiente  ricchezza, e deve   continuare   a finanziare  spese correnti sempre più fuori controllo con il debito pubblico.

2.         I detentori del potere, per l’ovvio motivo che vogliono continuare a detenere il loro potere,  continuano a bloccare lo sviluppo della cultura del mercato e della competitività. E riescono agevolmente  a farlo perché negli anni , impedendo lo sviluppo del mercato e della competizione, hanno acquisito il controllo ed il quasi monopolio di  TV, giornali, scuole e magistratura . Così  riescono ancora  a drogare la  pubblica opinione mentre i cittadini sono sempre meno consapevoli di quello che sta realmente accadendo.

 

In Padania sono sempre di più le persone  pragmatiche  che vogliono essere libere e che ragionano con la loro testa , mentre  i detentori del potere seminano a piene mani bugie ed ideologie finalizzate solo a legittimare sé stessi , a mantenere il loro potere , a nascondere  il loro nulla e la loro  inutilità . Tutte cose che una società civile , con TV e giornali onesti, professionali ed indipendenti individuerebbe immediatamente . Hanno bisogno di mettere uno contro l'altro, di dividere  i popoli e la gente,  oggi come mille anni fa : le crociate, le  lotta di classe, i ricchi e poveri, il Nord e Sud, gli egoisti e i bisognosi, la destra e la sinistra , la burocrazia e la società civile , gli sfruttatori e le generazioni future.  Conseguenze:  nel paese muore giorno dopo giorno l’economia vera. La ricchezza che riusciamo a generare nella nostra area geografica  tra poco non sarà più in grado di finanziare non dico il rimborso dei debiti che sono stati accumulati, , ma neppure il cosiddetto “servizio”  dei debiti , vale a dire il pagamento degli interessi passivi e delle pensioni  maturate con il sistema “a ripartizione”, che é quello che prevede che le nostre pensioni saranno  pagate   dalle generazioni future.

3.         In questa situazione i "detentori del potere" hanno esaminato le  due possibili soluzioni : quella di generare più ricchezza oppure quella di cancellare una parte dei  debiti accumulati.  Le considerazioni che hanno fatto secondo me sono state queste: la strada più logica, quella di generare più ricchezza, é stata bocciata perché é una strada che non può essere percorsa senza far realmente decollare  l’economia ed il senso di responsabilità del Mezzogiorno. Ma é assodato che questi due obiettivi possono essere realizzati  solo dotando il Sud di una moneta più competitiva. E il Sud potrà avere una moneta più competitiva solo se firmerà il trattato di secessione consensuale proposto da Bossi. Ma questo comporterebbe la modifica della mappa del potere nella nostra area geografia, e per chi detiene il potere questa soluzione, che é la più logica e civile,  é inaccettabile.

Ecco perché nella relazione semestrale  sulla sicurezza interna che é stata appena trasmessa  al Parlamento si parla  del “pericolo” della secessione. In realtà la secessione é una opportunità per risanare il sistema economico del Mezzogiorno e per non far perdere competitività alla aziende della Padania. Ma per la mafia , per  la delinquenza organizzata  e  per qualcun altro la secessione é effettivamente un pericolo : in un Mezzogiorno competitivo e senza disoccupazione la mafia & company perderebbero pezzi di potere molto significativi. Dunque per loro la secessione é realmente “un pericolo”.

E così  é stato deciso di seguire l’altra via , quella di cancellare una parte dei debiti accumulati. I debiti accumulati sono di due tipi: quelli per le pensioni e quelli finanziari. Ebbene, sono ogni giorno più sicuro che a Roma hanno  più o meno consciamente  deciso che questi ultimi saranno sacrificati.

 

Per raggiungere questo obiettivo a Roma si sono imposti una strategia in sette punti, che ogni lettore della Padania  può riscontrare nelle cronache quotidiane :

1.         Il silenzio assoluto dei media sul progetto alternativo, quello di creare complessivamente più ricchezza. Questo progetto   é portato avanti solamente da quei rompiscatole della Lega Nord per l’indipendenza della Padania,  per il semplice motivo che si sono continuamente rifiutati di fare parte del club dei “detentori del potere”.

2.         Comunicare all’opinione pubblica  un falso progetto della Lega Nord, caratterizzato da razzismo  e da egoismo  . In realtà tutti noi sappiamo che  nel nostro progetto non c’é la minima traccia di razzismo e di egoismo. Eppure molti vanno in giro a raccontare  che la caratteristica del nostro progetto é questa :  “i ricchi vogliono entrare  in Europa da soli  , e vogliono abbandonare  al suo destino il povero Sud”. In questa opera di “contro-evangelizzazione”  si sono particolarmente distinti, oltre a Scalfaro , l’ “Osservatore romano” ed  alcuni uomini della Chiesa, e naturalmente le TV e i vari giornali del regime.

3.         Evitare assolutamente pubblici dibattiti con gli uomini della Lega sul  progetto di secessione consensuale,  perché altrimenti la gente  capirebbe che questo é un progetto   utile a tutti, ad eccezione naturalmente degli attuale "detentori del potere".

4.         Chiedere alla magistratura di attaccare  in tutti i modi e a tutti i livelli gli uomini della lega Nord.  Ricorderete che da Roma hanno detto pubblicamente  che se le leggi  in vigore non fossero sufficienti ne saranno approvate di nuove , su misura  pur di bloccare l’opera di evangelizzazione della Lega.

5.         Evitare il crollo del paese finché i tempi non saranno maturi per il congelamento del debito pubblico. Questo spiega i tanti progetti assurdi approvati dal Governo. Progetti falliti in partenza se visti in una ottica di “produrre ricchezza vera”, ma assolutamente coerenti con l’obiettivo di tenere in piedi la baracca finché lo Stato centrale riuscirà  a congelare il debito pubblico e a diminuire il peso degli interessi passivi da pagare a quei risparmiatori che hanno prestato i loro risparmi allo Stato italiano. Esempi : salvataggio del Banco di Napoli, intervento del Tesoro nel Banco di Sicilia e nella Sicilcassa, prestiti d’onore , lavori socialmente utili, ed altri interventi a favore dei  disoccupati meridionali , sempre  caratterizzati dalla mancanza del vero  confronto con il mercato .

6.         Intanto , naturalmente, occupare ogni piccola parte del potere e dell’informazione, e stringere le necessarie alleanze in Italia e all’estero. Vedi i vorticosi viaggi di Scalfaro ,Ciampi e  Prodi, ma anche l’enfasi che i giornali del regime danno alle visite che Ingrao e D’Alema fanno  a  vari Cardinali , di qua e di là dal Tevere, ai test in Albania e a Napoli  per un uso efficiente dell’esercito, in modo da poterlo usare con maggiore efficacia  contro i moti e le proteste che saranno provocati dal congelamento del debito e  dalla  successiva tempesta monetaria  , e contro quelli che ragionano e cercano di fare ragionare i loro concittadini.

7.         Infine, non affrontare mai i veri problemi. Dire e far dire che tutto va bene, e  parlare , parlare e parlare di cose futili, colorate ed inutili. Pensate ai resoconti dei viaggi di Scalfaro con spezzoni dei suoi interventi, sempre sull’unità del paese  e sulla cattiveria di “quelli che vogliono dividere” , pensate alle continue ed eterne interviste della TV di Stato ai soliti Prodi , D’Alema, Dini, Casini, Buttiglione. Al niente  che ci raccontano tutti i giorni con parole serie e pacate per farci addormentare tranquilli e felici. E poi un guizzo : pagine e pagine dedicate ai  veri problemi di questo paese, che come tutti sanno sono due : i risultati del convegno organizzato da Di Pietro all’Università di Castellanza, e poi la sua candidatura nel Mugello, alla replica di Curzi e alle contro repliche di tutti gli attori della premiata compagnia del potere romano.

Ma come é possibile non accorgersi che ormai siamo in piena dittatura , e che se vogliamo vivere da uomini liberi non dobbiamo lasciare ai detentori del potere  il tempo per consolidarlo ancora di più .

 

Giancarlo Pagliarini