Quattro consigli per Ciampi

PUBBLICATO su LaPadania - 25/05/1999

Sul Corriere della Sera di Sabato scorso a pagina 11 c’era una foto di Ciampi. Una bella foto scelta con molta cura ma un po’ innaturale: sembrava in posa. L’immagine che si voleva trasferire era di un padre forte, serio e rassicurante. Il titolo dell’articolo, firmato da Marzio Breda era: “Ciampi, stile americano sul colle. Completato lo staff. La parola d’ordine è rinnovare l’immagine del Quirinale”.

Questa è una parola d’ordine che mi piace, perché è certo che se la gestione del Quirinale ed i comportamenti del suo inquilino diventassero profondamente pragmatici e trasparenti si riuscirebbe a dare una bella spallata a quella maledetta “cultura della forma”, a quella cultura della burocrazia e delle formalità che ha fatto dell’Italia il paese con l’economia di gran lunga più disastrata e con le prassi quotidiane meno europee di tutti i quindici paesi membri dell’Unione.

Se si vuole veramente “rinnovare l’immagine del Quirinale” io voglio dare il mio contributo con quattro modesti suggerimenti a Ciampi e al suo staff.

 

Primo suggerimento: un Quirinale concreto.

Spero che Ciampi parli sempre chiaro, mai in “politichese” (cosa che purtroppo in parte ha fatto nel discorso di insediamento del 18 Maggio), ripeta spesso e con pazienza i concetti che considera giusti, ma soprattutto è necessario che non si fermi mai alle mere dichiarazioni di principio, ma che invece indichi sempre anche le strade che lui suggerisce di percorrere per realizzarle.

Il motivo di questo primo suggerimento mi sembra evidente: a raccomandare cose giuste sono capaci tutti. Quante volte abbiamo sentito gli inquilini del Quirinale (e per la verità anche i segretari di vari partiti, di vari sindacati, i Presidenti di Confindustria e tanti altri ancora) chiedere dall’alto delle loro poltrone e da dietro alle loro scrivanie “più lavoro”, “più giustizia”, “più sviluppo”, “meno delinquenza”, ”meno tasse” ed altre cose ancora su cui sono tutti d’accordo. Scusate, ma chi è quello sciocco che desidera meno lavoro, meno giustizia o più delinquenza? Di dire cose giuste e belle sono capaci tutti. Troppo facile! Se veramente si vuole rinnovare l'immagine del Quirinale secondo me sarebbe meglio stare zitti e non dire mai cose assolutamente ovvie. Oppure, meglio, scendere nei dettagli e suggerire anche cosa bisognerebbe fare per realizzarle.

Lasciatemi spiegare meglio questo principio con due esempi pratici. Il punto di partenza è il discorso che Ciampi ha fatto alle Camere riunite lo scorso 18 Maggio.

In quella occasione Ciampi ha parlato del modello di sviluppo europeo “che assieme agli altri paesi dell’Unione stiamo disegnando”, ed ha precisato che questo modello è fatto “di libertà d’impresa sia dai lacci sia dai sussidi di Stato. E’ fatto di difesa dei consumatori contro i monopoli.”

Sono due cose giuste, ma secondo me il “nuovo Quirinale” non dovrebbe fermarsi alla loro mera enunciazione. Dovrebbe riprendere questi principi ed indicare quali sono le sue raccomandazioni per realizzarli.

Vediamo i sussidi dello Stato. Gli incentivi fiscali e gli sgravi contributivi a favore delle imprese del Mezzogiorno sono i maggiori “sussidi” che lo Stato italiano concede, e io sono molto contento che Ciampi abbia evidenziato che i sussidi di Stato non sono coerenti con il modello di sviluppo Europeo che l’Italia sta disegnando assieme agli altri Stati dell’Unione. Infatti sono convinto da sempre che l’economia del Mezzogiorno non riuscirà a svilupparsi in modo significativo con  sussidi statali,  incentivi fiscali e sgravi contributivi, mentre sono convinto che potrebbe svilupparsi in modo veramente soddisfacente con lo strumento della svalutazione competitiva, abbinato all’assunzione di maggiori responsabilità. Non voglio dare suggerimenti a Ciampi, però vorrei che il Presidente non si limitasse a dire che i sussidi di Stato non sono coerenti con il modello di sviluppo Europeo. Sarebbe serio ed utile se il Quirinale indicasse anche cosa sarebbe opportuno fare, a giudizio del suo inquilino, per eliminarli.

 

E adesso vediamo il problema dei monopoli. Ciampi ha elencato tra i pilastri del modello di sviluppo Europeo la tutela dei consumatori dai monopoli. E anche su questa dichiarazione io sono completamente d’accordo. Però anche in questo caso un “Quirinale serio, nuovo, apprezzato ed utile” non si dovrebbe fermare alla banale dichiarazione sulla quale tutti sono d’accordo che è necessario “difendere i consumatori contro i monopoli”. Un Quirinale serio non può fermarsi qui. Tutti sanno che il più grande monopolista del nostro paese è lo Stato, che ci vende alcuni servizi, come la burocrazia, la sanità, la scuola, la costruzione e la manutenzione delle strade, la gestione delle prigioni e della giustizia, l’ordine pubblico e tanti altri servizi in regime di monopolio. Spero che questo ragionamento sia chiaro e condiviso da tutti: lo Stato vende alcuni servizi ai cittadini, li vende in regime di monopolio, e si fa pagare con le tasse. Ciampi pone il problema di difendere i consumatori contro i monopoli. Naturalmente il modo migliore per difenderli è   di creare le condizioni per la competizione, perché in questo modo si eliminano i monopoli, i loro privilegi e le loro inefficienze. Per realizzare l’obiettivo di creare le condizioni per la competizione secondo me tutte le province dovrebbero poter svolgere un referendum per decidere se i soggetti residenti desiderano assumere lo status di provincia autonoma. In questa ipotesi le province dovrebbero poter trattenere almeno l’80% delle imposte e delle tasse pagate dai loro residenti. A questo punto le province autonome non avrebbero il diritto di ricevere nessun servizio dallo Stato, ma dovrebbero poter decidere in autonomia da chi comperare i vari servizi (sanità, ordine pubblico, eccetera). In questo modo lo Stato sarebbe il fornitore di servizi in regime di monopolio delle Province che non hanno scelto la via dell’autonomia e sarebbe solo uno dei tanti potenziali fornitori di servizi alle province autonome. Dunque quello Stato non sarebbe più monopolista e dovrebbe per forza operare con più efficienza. Anche in questo caso non è giusto che io dia dei suggerimenti, magari sbagliati, al capo dello Stato: vorrei però che non si limitasse ad evidenziare la necessità di difendere i consumatori contro i monopoli, perché in questo modo sarebbe un capo dello Stato banale. Vorrei che Ciampi indicasse cosa, secondo lui, è opportuno fare per realizzare l’obiettivo di difendere i consumatori (i cittadini) dal più grande monopolista d’Italia, che oggi è lo Stato.

 

Secondo suggerimento: un Quirinale che non faccia il “trombone”.

Il secondo suggerimento è di non fare il “trombone”, come tanti politici e come alcuni sui predecessori. Nel discorso alle Camere del 18 Maggio Ciampi ha accettato di inserire frasi di questo genere, che a mio parere gli sono state sconsideratamente suggerite: “…nel giorno solenne in cui rivivono le memorie nazionali e patriottiche , il ricordo degli uomini che hanno fatto la nostra Italia attraverso lotte civili e militari: testimonianze tutte della continuità della nazione.” Mah, cosa volete che vi dica , queste “auree” parole io me le aspetterei da gente come Scalfaro o Violante, ma penso che se vuole rinnovare l’immagine del Quirinale Ciampi dovrebbe essere più asciutto e non perdere tempo a dire cose che secondo me, indipendentemente dalla verità storica, sono comunque sostanzialmente inutili e ridondanti, mentre secondo molti non sono nemmeno vere. Tra i molti mi limito a citare solo Ettore Albertoni (raccomando il suo bell’articolo “Unità Nazionale e babele italiana “ pubblicato proprio su laPadania di Domenica scorsa) , e  Gilberto Oneto.

 

Terzo suggerimento: un Quirinale trasparente.

Terzo suggerimento: nell’articolo di Marzio Breda c’è scritto che Giuseppe Tavormina , ex generale dei carabinieri, avrà un incarico speciale. “Avrà cioè il compito di “revisionare la “macchina” dell’istituzione, come già fece al Tesoro con Ciampi, ottimizzando le risorse (e quindi organici e spese, con sollievo dell’implacabile onorevole Costa) ” . Molto bene. Nella Tabella qui di fianco potete vedere il costo del Quirinale negli ultimi quindici anni. Sono più di 2.200 miliardi e nessuno sa come sono stati spesi questi soldi, non è disponibile nessun rendiconto, e vi assicuro che non c’è solo Costa che cerca di capire dove vanno a finire questi miliardi. Io sono stato eletto Senatore il 23 Aprile 1992 ed è dal 24 Aprile 1992 che cerco il bilancio del Quirinale . Si sono sempre trinceati dietro assurde scuse giuridiche e quel documento non è mai saltato fuori, non lo hanno mai dato, né a me né ad altri. Ebbene, se Ciampi vuole veramente dare un’immagine diversa del Quirinale, dovrebbe far pubblicare subito, diciamo entro la fine di Giugno, un bel prospetto con il bilancio consuntivo del Quirinale negli ultimi tre anni, dal 1996 al 1998, ed il preventivo per il 1999 e il 2000. Certo, questa non è la cosa più importante del mondo, ma sarebbe certamente un segnale di trasparenza e di rispetto verso i cittadini che con le loro tasse mantengono la presidenza della Repubblica.

 

Quarto suggerimento: un Quirinale che ascolta i cittadini.

Infine il quarto suggerimento, forse quello più importante. Io raccomando a Ciampi di ascoltare la gente comune. Ma di ascoltarla a casa loro, fuori dei palazzi romani e dalla ufficialità. Almeno una volta al mese il Presidente dovrebbe girare in incognito per il paese, magari in compagnia della signora Franca. Per esempio Sabato scorso verso le sette di sera Carlo Azeglio e Franca avrebbero potuto prendere posto nella palestra comunale di Crocetta del Montello, in provincia di Treviso. Mischiati agli altri cittadini e magari registrandone i commenti, avrebbero ascoltato il discorso di Marianella Tormena, il giovane candidato sindaco di quel bel paese con poco meno di 6.000 cittadini. Se avessero sentito quelle parole, che Marianella ha pronunciate nella dolcissima lingua Veneta che ha imparato dai suoi nonni , il Presidente a la sua signora avrebbero “sentito” umanissimi sentimenti di rispetto per tutti e di amore fortissimo per la propria terra , le sue tradizioni, la sua cultura ed i suoi abitanti, ed il desiderio di vivere una vita pulita in una comunità responsabile. Credo che se avessero sentito quel discorso, così profondo eppure così naturale, Ciampi e signora avrebbero fatto fatica a nascondere una calda commozione, e sono certo che sarebbero tornati a Roma con idee molto più chiare sui loro concittadini e sulle cose da suggerire per costruire una armonica Europa dei popoli. Se Ciampi saprà ascoltare la gente della Padania, del Mezzogiorno e delle altre Regioni d’Europa forse non porterà lo stile americano sul Colle, come scrive il Corriere della Sera, ma certamente farà qualcosa di più: sarà un buon Presidente.