Da queste elezioni europee alcune importanti lezioni

PUBBLICATO su LaPadania - 22/06/1999

Ogni giorno è buono per imparare qualcosa. Nei risultati delle recenti elezioni per il Parlamento Europeo ci sono, oltre alle cose di cui in questi giorni in tanti hanno già parlato e scritto fino alla noia, anche alcune lezioni che mi sembrano importanti e che spero saranno considerate in futuro da Bossi, dagli altri membri del consiglio federale e dai militanti della Lega Nord.

C’è la conferma che la Lega Nord ha ragione quando sostiene che il sistema elettorale migliore è quello “alla tedesca”, vale a dire il sistema proporzionale con sbarramento al 5%. Ho sentito Fini, Prodi, Di Pietro, Veltroni ed altri dire che il sistema proporzionale è pessimo ed improponibile perché la presenza di mille partitini renderebbe il sistema ingovernabile. Facciamo una prova e proiettiamo nel Parlamento italiano i risultati delle elezioni per il Parlamento Europeo usando il sistema proporzionale con lo sbarramento al 5%. Ebbene, con questa ipotesi nel Parlamento di Roma ci sarebbero solo cinque partiti, oltre al piccolo “diritto di tribuna” che sarebbe concesso ai partiti che non raggiungono lo sbarramento del cinque per cento. La governabilità sarebbe garantita, la politica sarebbe molto più semplice e comprensibile, e i comportamenti dei partiti politici sarebbero per forza più chiari, responsabili e controllabili da parte dei cittadini.

Poi c’è il nostro problema, perché la Lega Nord, se fossero confermati i risultati delle elezioni per il parlamento Europeo, con quel sistema elettorale verrebbe esclusa dal Parlamento di Roma. Bossi ha sicuramente ragione quando dice che se tutti noi ci fossimo impegnati di più sul versante della identificazione della nostra identità avremmo ottenuto risultati migliori. Questo è vero in generale ed è ancora più vero nel caso di elezioni per il Parlamento di Strasburgo. Con un maggiore impegno avremmo preso sicuramente più voti. Diciamo che ne avremmo preso addirittura il doppio. Anzi, diciamo che forse ne avremmo ottenuto addirittura il triplo. Ma penso che siamo tutti d’accordo nel dire che non è realistico pensare che avremmo preso più del triplo. Ebbene, il 10 o il 12 per cento dei voti non sono sufficienti per risolvere la “questione Settentrionale” e per tutelare i cittadini che risiedono nelle nostre Regioni. Io sono convinto che qui da noi, in Padania, le nostre idee possono e devono ottenere la maggioranza assoluta. Per questo credo siano utili le considerazioni esposte qui di seguito.

 

1) Ho sempre pensato, detto e scritto che la Lega Nord deve agire su due livelli: quello culturale e quello politico. Sono due cose diverse. E’ una riflessione che ho già proposto ai lettori de laPadania in un articolo pubblicato nel mese di Ottobre dell’anno scorso, quasi nove mesi fa, con il titolo “Robot, marziani e grandi tragedie”, il cui contenuto mi sembra sia più che mai di attualità. Ecco una parte di quel testo:“Ecco dunque un altro argomento da discutere nel congresso federale e negli altri congressi del mese di Ottobre: i due livelli nei quali dovrebbe operare la Lega Nord. Il primo é un livello culturale, e qui dobbiamo continuare a seminare ed a far capire alla gente la necessità e l'utilità dell'indipendenza da Roma per le Regioni della Padania….. Su questo piano culturale secondo me la Lega Nord non ha sbagliato niente : andiamo avanti così e cerchiamo di organizzarci ancora meglio e di lavorare ancora più duro. Però io dico che   la Lega Nord per l'Indipendenza della Padania non può limitarsi ad operare solo su questo livello, solo su questo grande piano culturale. Ecco dunque il secondo livello : la nostra gente deve affrontare ogni giorno grandi e piccoli problemi e noi abbiamo il dovere di fare tutti i giorni cose e proposte pratiche   per portare a casa ogni giorno dei risultati. Da soli o se necessario assieme a chiunque altro.  Perché dobbiamo essere sempre concretamente vicini anche ai piccoli problemi della nostra gente. Per esempio dobbiamo fare qualcosa perché l'ordine pubblico e la giustizia amministrativa e penale tornino a fare parte della nostra vita quotidiana, sia prima che dopo aver ottenuto l'indipendenza della Padania.”

 

2) L’Emilia rossa , la Romagna rossa, la Toscana rossa ed altre regioni non sono “rosse” da sempre: lo sono diventate negli anni, perché il vecchio PCI, piano piano, un po’ da solo, un po’ con scambi e un po’ con alleanze provvisorie, ha preso Comuni, Province e Regioni. Li ha presi   uno per uno, e li ha amministrati ottenendo un po’ alla volta trasferimenti ed aiuti dal Parlamento di Roma.

Intanto naturalmente continuava a mandare delegazioni (e turisti) a Mosca, nel Vietnam , a Cuba , nel Cile di Allende, e ad invitare gli Inti Illimani alle feste dell’Unità. In pratica ha lavorato sui due livelli, quello culturale e quello amministrativo. Il risultato pratico è che per molto tempo in quelle Regioni ha avuto la maggioranza assoluta. Quella maggioranza assoluta che a noi serve per risolvere la questione Settentrionale, per guarire il male oscuro della mancanza di identità e per realizzare negli anni l’obiettivo lanciato da Bossi Domenica scorsa a Pontida della “Padania sempre”.

 

3) Per avere la maggioranza assoluta dei voti nelle Regioni della Padania è necessario lavorare ancora di più sulla nostra identità (piano culturale) , ma a mio parere è anche necessario fare meglio del vecchio e del nuovo PCI sul piano amministrativo. Il lavoro culturale è già impostato. Per quello amministrativo io non credo sia corretto decidere se allearci con qualche partito dell’area del Polo, o con qualche partito dell’area dell’Ulivo, oppure con i Radicali. Io credo invece che sia necessario applicare la teoria dell’OPA.

In finanza OPA significa “Offerta Pubblica di Acquisto”, ed è lo strumento che un mese fa ha consentito a Colaninno di conquistare il controllo della Telecom.

Ebbene, da oggi in politica OPA significa “Offerta Pubblica di Alleanza”. Ad Alessandria abbiamo lanciato un’OPA per il ballottaggio della Provincia: il nostro Onorevole “Tino” Rossi mi ha spiegato Domenica a Pontida che abbiamo offerto sia al candidato del Polo che a quello dell’Ulivo il nostro appoggio in cambio di garanzie su alcuni nostri progetti 1) per la provincia autonoma di Alessandria, 2) per liberare la Provincia di Alessandria dal Prefetto romano, 3) per favorire i residenti , 4) per la lotta agli extracomunitari irregolari , 5) per il coordinamento delle forze di polizia locali, eccetera. Il candidato dell’Ulivo non ha accettato le nostre proposte. Quello del Polo le ha accettate ed abbiamo firmato un accordo di “apparentamento”, che implica la presenza di simboli affiancati nella scheda elettorale e, in caso di vittoria, il nostro ingresso in maggioranza. Dunque ad Alessandria abbiamo concluso un’OPA. In generale si tratta di questo: prima dobbiamo identificare e rendere pubblici gli obiettivi che vogliamo raggiungere a livello di Comuni, di Province, di Regioni e di Parlamento di Roma. Poi dichiariamo che accettiamo di allearci con coloro che ci garantiscono che si impegneranno assieme a noi per realizzare quegli obiettivi. In cambio noi li aiuteremo a realizzare i loro. Naturalmente dovranno dirceli, i loro obiettivi, renderli pubblici, metterli per scritto, nero su bianco. E non in termini vaghi o in “politichese”. I termini delle OPA dovranno essere chiari, comprensibili a tutti e non soggetti ad interpretazioni arbitrarie. Spesso dovranno assumere la forma di disegni di legge. Naturalmente gli obiettivi delle OPA saranno diversi da Comune a Comune, perché i problemi sono diversi. E lo stesso vale per le Province, per le Regioni e per il Parlamento di Roma, salvo alcuni punti irrinunciabili, che a mio parere dovranno essere presenti in ogni livello di OPA: quello di far vincere il referendum per l’abrogazione della legge Turco-Napolitano, quello per le province autonome, quello per il federalismo (ma identificandone i contenuti, perché come i nostri lettori ben sanno a Roma si continua ad abusare della parola “federalismo”, attribuendogli i significati più astrusi e mistificanti) , quello per il sistema elettorale proporzionale con sbarramento al 5%, e soprattutto quello per modificare i flussi fiscali in modo che almeno il 70% delle tasse pagate restino nel sistema Comune-Provincia-Regione, con tutto quello che ne consegue. Se riusciremo a prendere responsabilità amministrative assieme a chiunque, dopo la firma , nero su bianco, di numerose OPA, avremo presto la maggioranza assoluta nelle nostre Regioni ed in questo modo riusciremo a risolvere la questione Settentrionale. E se Polo, Ulivo e Radicali rifiuteranno di fare accordi con noi sulla base degli obiettivi che noi evidenzieremo con chiarezza nelle nostre proposte di OPA, credo chela maggioranza assoluta dei voti l’avremo ancora prima, perché finalmente la gente, anche quelli che non condividono il progetto della Padania, capirà ed apprezzerà quello che vogliamo realizzare sul piano amministrativo per tutelare i cittadini dalla inefficienza e dall’egoismo dello Stato centrale e dalla grande abilità che hanno i politici meridionali (a qualsiasi partito appartengano) di tutelare i loro elettori, a spese dei cittadini che risiedono nelle Regioni del Nord.

Giancarlo Pagliarini