E' necessario far presto.
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PUBBLICATO su LaPadania - 03/06/1997
Sabato 31 Maggio si é svolta a Roma l’assemblea annuale della Banca d’Italia.
Il nostro giornale ha commentato l’assemblea con un articolo di Dimitri Buffa intitolato “Le banche padane tirano la carretta . Gli istituti del Sud navigano in cattive acque . Quelli del Nord li salvano.”
Qui di seguito commenterò quattro punti delle “considerazioni finali” del Governatore della Banca d’Italia, che a mio giudizio confermano indirettamente la necessità di svolgere al più presto il referendum sull’autodeterminazione, in modo che poi si possa firmare e rendere operativo il trattato di secessione consensuale.
- La crisi dell’Europa.
Nelle “considerazioni finali” si legge che :
a) Dal 1992 al 1996 l’economia europea é cresciuta dell’8% , quella degli Stati Uniti del 14%. I paesi asiatici di recente industrializzazione hanno registrato un aumento del prodotto del 38%.
b) Lo sviluppo dell’attività economica é risultato ancora deludente nell’Europa continentale.
c) La capacità di creare posti di lavoro é stata , in Europa, ben inferiore a quella dell’economia statunitense.
d) Il carico fiscale e contributivo risulta , in Europa, di circa un terzo superiore a quello degli Stati Uniti e del Giappone.
Nel testo della Banca d’Italia queste quattro citazioni le trovate in ordine sparso, dentro a capitoli diversi. Ma se le leggiamo tutte assieme ci dovremmo rendere conto dei pericoli di emarginazione , recessione e disoccupazione che stanno correndo gli abitanti, le idee e la cultura del vecchio continente.
Qualche ottimista magari dirà che i tassi di incremento dei paesi asiatici sono così alti perché la loro base di partenza del 1992 era molto bassa. E’ vero, ma intanto questi corrono come matti. E intanto si allarga un gap di tecnologia che l’Europa , se non corre ai ripari, non riuscirà mai più a recuperare. E non si può certo dire che la base di partenza degli Stati Uniti era bassa: eppure lì l’economia va bene, la produzione aumenta e i disoccupati diminuiscono. Nell’Unione Europea ormai i disoccupati sono arrivati all’incredibile cifra di 19 milioni. Per consolarci Fazio ci dice che negli Stati Uniti é stata registrata una bassa crescita dei salari reali e che sono aumentate le disuguaglianze. Ma la cosa non mi consola : certo, quando saremo tutti disoccupati e tutti morti di fame non ci saranno più disuguaglianze, ma questo é uno scenario che , mi pare, dovremmo cercare di evitare.
Dunque é importante che la costruzione dell’Europa continui senza interruzioni. Ma l’Europa ci sarà, sarà efficiente e potrà competere nel mercato globale con Asia e Stati Uniti solo se metteremo in soffitta gli egoismi e la conseguente inefficienza dei nostri vecchi Stati-nazione. Ed é veramente assurdo e suicida, che le energie della Padania siano impiegate per difendere i padani dalla magistratura di Scalfaro, dai furti della delinquenza organizzata, da quelli della burocrazia di Roma e dalla inefficienza dello Stato-nazione italiano. Queste energie, che sono veramente sostanziali, ormai dovrebbero essere impegnate sulla scena europea, che come abbiamo ne ha veramente tanto bisogno. E invece i popoli della Padania sono ancora qui a perdere tempo per liberarsi dal colonialismo e dalla “cultura” di Roma . Ma santo cielo, perché il governo Prodi, il sindacato e gli uomini della chiesa non alzano gli occhi, non aprono le loro coscienze, non smettono di pensare in piccolo. Perché non provano ad essere pragmatici, creativi, meno legati ad una tradizione che non é in sintonia con i ritmi del mondo. Se lo facessero, aiuterebbero la Padania a realizzare in fretta il progetto di secessione consensuale. La nostra area geografica avrebbe una organizzazione più logica, più naturale, più armonica , e le energie della Padania potrebbero lavorare con più efficienza per l’occupazione e la competitività della nazione Europa, senza essere obbligati a pensare ai vari Papalia, Fini, Scalfaro, Larizza e ad altre cose che remano in direzione opposta al flusso della storia e del comune buon senso, e che fanno perdere tempo ed energie preziose.
2. Il lavoro nero
Un secondo gruppo notizie che meritano di essere commentate riguardano il lavoro in Italia. Ecco cosa si legge nelle “considerazioni finali” :
“Tra la seconda metà del 1991 e l’inizio del 1995 le persone occupate sono diminuite di quasi 1.300.000 unità....
La disoccupazione é stata pari nell’ultimo anno al 7,7% nel Centro-Nord e al 21,7% nel Mezzogiorno..... Alla riduzione del numero degli occupati e all’aumento della disoccupazione non si é associata una riduzione dell’alta quota dei lavoratori irregolari non registrati dalle imprese ai fini fiscali e previdenziali... Nel complesso si tratta di 2.400.000 posizioni lavorative... Nel Mezzogiorno il numero di rapporti di lavoro non regolari é in proporzione molto più rilevante.”
Anche in questo caso la relazione evidenza un problema molto serio : e non potrebbe non farlo, sia ben chiaro, perché queste sono cose che ormai sanno tutti. E anche in questo caso purtroppo la Banca d’Italia non indica la soluzione tecnicamente corretta. La raccomandazione di Fazio infatti é questa : “ Occorre una politica regionale mirata, che valorizzi gli strumenti predisposti dal Governo”. Campa cavallo : provate un pò a immaginare i grandi miglioramenti di una politica regionale senza autonomia che valorizzi gli strumenti del governo centrale. Io credo che ormai tutti hanno capito che per risolvere il problema del lavoro nero dobbiamo organizzaci con Regioni - stato integrate nell’Unione Europea, completamente responsabili anche delle loro finanze e delle loro tasse. Esattamente come si sta organizzando la Repubblica Federale Padana.
3. Le banche meridionali
Il terzo gruppo di notizie che meritano di essere commentate riguardano le banche italiane, e quelle meridionali in particolare. Un intero capitolo delle “considerazioni finali” é dedicato al sistema bancario, ed ecco alcune citazioni significative: “La gestione delle crisi ha impegnato le autorità creditizie, i governi e i parlamenti. La concentrazione delle banche in difficoltà con altre in buone condizioni é stata la via privilegiata per farvi fronte.”
Quello che Fazio non ha ricordato é che la povera CARIPLO, che era in buone condizioni, é uscita con le ossa rotte dalle avventure meridionali, mentre le stesse risorse finanziarie avrebbero potuto e dovuto essere impiegate per rendere più competitive numerose imprese della Padania che , in definitiva, hanno costruito negli anni il patrimonio della CARIPLO. A mio parere la via privilegiata per fare fronte alle crisi avrebbe dovuto essere quella della responsabilità e della applicazione del vecchio e sano principio “chi sbaglia paga”.
“In Italia le maggiori difficoltà hanno interessato importanti banche del Mezzogiorno, caratterizzate da limitata base patrimoniale, carenze organizzative e operative, costi elevati. La riduzione dei trasferimenti statali, la diminuita fiscalizzazione degli oneri sociali, il ristagno dell’economia si sono riflessi sui conti delle imprese, provocando la flessione dei ricavi bancari e l’aumento delle sofferenze.”
Capite? Queste povere banche non sono saltate per aria perché strapagavano (e strapagano) i loro dirigenti , che a parere di molti sono assunti quasi sempre solo sulla base di raccomandazioni . Non sono saltate per aria perché invece di fare il loro lavoro in modo oculato hanno prestato soldi ad amici degli amici che poi sono spariti. No, queste povere banche meridionali vanno male perché “sono diminuiti i trasferimenti statali”e perché quel cattivone dello Stato non ha pagato i contributi sociali dei loro dipendenti. Adesso capite perché quando proponiamo di dividere in due il paese dicono che siamo egoisti e razzisti !
“Nell’ultimo quinquennio é stata sottoposta a ispezione di vigilanza la quasi totalità delle banche con sede legale nel Mezzogiorno. Nell’anno trascorso sono stati condotti accertamenti su 49 banche, in gran parte di piccole dimensioni : in 30 casi i giudizi sono stati non favorevoli. Su 135 banche ispezionate nel Centro-Nord i risultati non favorevoli sono stati 12.”
In percentuale, questi dati si leggono così : a Sud 61 ispezioni su 100 hanno rilevato comportamenti poco corretti. Nel Centro-Nord la percentuale é stata di 9 su 100. Questo significa due culture completamente diverse, che hanno evidentemente bisogno di leggi , prassi, giudici ed organi di controllo diversi. Naturalmente col vincolo di rispettare principi comuni: quelli dell’Europa. Questo commento della Banca d’Italia dunque conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, la necessità di una secessione consensuale della Padania dal Mezzogiorno.
E ancora :
“Il costo per dipendente supera nel 1996 del 30 % quello medio degli altri principali paesi europei, anche per gli elevati oneri contributivi.”
Questo vuole dire che le banche dell’Italia “una unita e indivisibile” non sono in condizione di affrontare la concorrenza delle banche dei paesi “normali”. Nel Nord-Est malgrado tutte le difficoltà, le banche se la cavano : il rendimento del loro capitale, si legge nella relazione, é positivo ed é pari a circa il 6,7% . Nel Mezzogiorno invece nella sostanza non ci sono risultati positivi. E questo significa che presto avremo altre “tasse per l’Europa” da usare per salvare chissà quanti altri banchi di Napoli. Anche qui c’é un solo rimedio , che il Governatore Fazio non mette in evidenza: secessione consensuale, per dare al Sud più responsabilità e più lavoro.
4. E domani ?
Verso la fine del documento della banca d’Italia si legge che “..le valutazioni macroeconomiche indicano per il prossimo triennio una crescita insoddisfacente e prospettive non favorevoli per l’occupazione...”. Non ho ancora trovato nessuno in grado di spiegarmi perché non dobbiamo evitare le drammatiche conseguenze sociali di questo scenario firmando un trattato di secessione consensuale che consenta alle imprese della Padania di aderire all’Unione Monetaria e che consenta al Mezzogiorno di risanarsi, combattendo la disoccupazione , e di conseguenza anche la mafia e la malavita organizzata , usando i potentissimi strumenti di una maggiore responsabilità e di una moneta più competitiva.
Giancarlo Pagliarini