Non vai in pensione, è per il tuo bene

PUBBLICATO su LaPadania - 15/07/1997

Spesso  i titoli dei giornali "vendono" una idea che rappresenta esattamente il contrario di quello che  succede  nella realtà.

Esempio . In questi giorni  l'ordine di scuderia per i giornali del regime  é questo : Prodi é bravo e ci sta portando in Europa. Corollario : cittadini, sopportate in silenzio nuove tasse e nuovi sacrifici, perché siamo sulla buona strada. In particolare i lavoratori Padani non devono essere egoisti : tra pochi giorni , con l'aiuto di CGL , CISL e UIL , gli diremo che non possono andare in pensione prima di una certa e veneranda  età anche se hanno cominciato a lavorare molto presto ed versato contributi per 35 anni. Ma lo faremo a fin di bene. Lo faremo per tenere unito il nostro paese . Per difendere i suoi sacri ed inviolabili confini. Per portare il paese tutto unito in Europa.

Un  quotidiano Venerdì scorso era uscito con  questo titolo  : "Tietmeyer più morbido. Maastricht non é tutto".  C'era  una foto che spiegava che il Tietmeyer citato nel titolo era il presidente della Banca centrale tedesca , e i lettori che vedevano quel titolo naturalmente si formavano una opinione : credevano  di capire   che per la banca centrale tedesca i parametri del trattato di Maastricht non erano poi così importanti .  Che non si dovrà essere troppo rigorosi , e che di conseguenza l'Italia sarà sicuramente ammessa all'Unione Monetaria , naturalmente dopo aver sistemato il problema delle pensioni di anzianità dei lavoratori Padani.

E magari qualcuno ha pensato  che il  deputato della Lega Nord  Giancarlo Giorgetti  fosse  in malafede oppure  addirittura   impazzito , perché proprio nello stesso giorno  aveva scritto sulla Padania , in un bell'articolo intitolato "Quell'inganno chiamato Europa. I partners continentali non credono all' Italia dei trucchi e dei bluff"  ,  che la banca centrale tedesca "vigila e ammonisce circa la necessità del rigoroso e serio rispetto dei parametri di Maastricht."

E allora, come la mettiamo? Chi ha ragione : il Giorgetti della Lega che sulla Padania scrive  che con i parametri del trattato di Maastricht non si scherza, o i giornali italiani che fanno pensare che anche la Bundesbank si é convertita alla filosofia del "tutto va bene madama la marchesa" . Che é poi la  filosofia che caratterizza  i quotidiani interventi sulle TV del regime romano  della premiata compagnia     Prodi , Ciampi , D'Alema & soci?

La risposta é scontata : ha ragione il nostro bravissimo Giancarlo Giorgetti , che quando scrive  non vuole ingannare nessuno, e che  fa sempre riferimento ai documenti originali , senza "interpretarne" il contenuto .

Il  fatto é che Tietmeyer ha detto , giustamente, che "é particolarmente importante il livello totale del debito" , e che " la Bundesbank non prenderà parte a discussioni sul 2,9% o il 3,1% . Il criterio del deficit é certamente importantissimo, tuttavia é rilevante concentrarsi sulla "sostenibilità" : sarebbe sbagliato osservare tutto allo stesso modo sulla base di un singolo preciso metodo di misurazione."

Cosa significa? Significa che il governo Prodi ci vende ogni giorno come un grande successo la speranza che nel 1997 avremo forse un rapporto  fabbisogno /PIL del 3% . Questo vuole dire  che per ogni 100 lire di ricchezza prodotta, l'Italia ne spenderà "solamente"  103.  E' facile : basta non rimborsare ai cittadini l'IVA e i loro altri crediti di imposta , bloccare i trasferimenti di soldi dallo Stato ai Comuni (a Roma lo chiamano ritardare  il "tiraggio" dei Comuni)  , o fare qualche altro trucco contabile. Ma non é questo il punto. Oggi voglio sollevare un altro problema .  Il governo Prodi , e con lui le TV e i giornali del regime, omettono di dirci che  per ogni 100 lire di ricchezza prodotta l'Italia ne ha  122 di debiti. Invece, secondo il trattato di Maastricht ,  dovrebbe averne  60 .  Francia e Inghilterra sono sotto al 60% , e quando in  Germania si sono accorti che avrebbero chiuso il 1997  vicino a quota 62%  sono partiti subito , come dei razzi, con le necessarie manovre finanziarie. Ed é per questo che  la banca centrale tedesca ha ricordato,   come ha ricordato Giorgetti sulla Padania , e come invece hanno taciuto molti giornali italiani, che "é particolarmente importante il livello totale del debito".

Ma volete sapere quale é il vero livello totale del debito della Repubblica italiana? Ve lo dico , ma se siete in piedi prima di andare avanti a leggere dovreste sedervi.  Il livello totale del nostro  debito é di circa il 280% del PIL.  Perché il nostro vero debito  é composta da  due fattori . Il primo  é quello del  debito pubblico finanziario, che é dato dalla somma dei BOT , dei CCT e degli altri titoli del debito pubblico italiano in circolazione, che alla fine del 1997 avrà sicuramente superato i   2 milioni e quattrocentomila miliardi. Ma a questa cifra  si dovrebbero aggiungere    circa 3 milioni di miliardi , che rappresentano il debito dello Stato italiano per le pensioni già maturate. Questo debito non lo trovate da nessuna parte nel bilancio dello Stato italiano, perché, dicono a Roma,  le pensioni saranno pagate  con i contributi sociali che saranno incassati dell'INPS.

D'accordo : a Roma sperano di pagare le pensioni già maturate con i contributi che l'INPS incasserà in futuro. Ma   il valore attuale delle pensioni già maturate  rappresenta un debito , a tutti gli effetti . E  non si può subordinare l'evidenziazione di un debito a come ci si finanzia per pagarlo, come invece stanno facendo a Roma.

Ragionando in questo modo una società potrebbe decidere di non inserire nel suo bilancio i debiti verso i fornitori che gli hanno venduto le materie prime , perché ha deciso che questi debiti li contabilizzerà solo dopo aver incassato  i soldi dai clienti ai quali spera di vendere  i prodotti  che  fabbricherà  utilizzando  quelle materie  prime. E se i prodotti non li  produce o non li vende cosa fa? non paga i fornitori ? E' roba da matti, ma é quello che fanno e pensano a Roma. Uno lavora tutta la vita, versa i contributi sociali tutta la vita , ma la pensione non la incassa se dopo di lui non c'é qualcuno che lavora e versa i contributi sociali per pagargli la pensione. E questo sarebbe un paese civile?

Che la situazione sia insostenibile a Roma non lo dicono , ma qualcuno lo sa , e lo ha fatto capire a Prodi , a Veltroni , a Ciampi e agli altri. Ed ecco che non a caso la settimana scorsa tutti i giornali hanno piazzato nelle prime pagine la "sensazionale"  notizia che  il premio Nobel Modigliani e la Padoa Schioppa hanno calcolato in quasi 3 milioni di miliardi il "debito sommerso"  accumulato dallo Stato italiano per pagare le pensioni.  Perché da Roma tirano fuori adesso questa vecchia notizia ? Semplice : per far digerire ai cittadini, con l'aiuto del sindacato , con la scusa dei parametri del trattato di Maastricht e con il miraggio dell'Europa , la riforma delle pensioni di anzianità , quelle che riguardano i lavoratori che hanno versato contributi sociali per 35 anni. Vale a dire quelle che riguardano quasi esclusivamente i lavoratori della Padania. Siccome il lavoro nobilita, a Roma hanno deciso che i Padani sono nobili : e più soldi mandano a Roma, più sono nobili. Quindi non basta più aver versato i contributi per 35 anni.

Avanti a lavorare, schiavi, servi di Roma e di chi detiene il potere in questo paese di furbi. E per quelli che protestano sono già pronti gli avvisi di garanzia, perché con le proteste , anche se sono democratiche e non violente, si deprime il sentimento nazionale.

A Roma hanno già deciso  di alzare la vostra età per andare in pensione, indipendentemente dai contributi che avete versato.  E hanno già deciso che i sindacati faranno solamente finta di arrabbiarsi , perché  si sono già garantiti il loro appoggio con i 100.000  finti posti di lavoro nel Sud : borse di studio, lavori socialmente utili , prestiti d'onore, ed altre iniziative, nessuna delle quali genera PIL e nessuna delle quali si confronta con il mercato.

Il problema del debito sommerso per le pensioni   la Lega Nord lo aveva già sollevato   da anni . E avevamo indicato anche la soluzione , che non é nei calcoli dei tecnici di Roma , non é nei furti ai lavoratori che hanno cominciato a lavorare da giovani e hanno sempre versato i contributi, e non é  nelle finte proteste dei sindacati "romani" . La soluzione é per forza di cose nel graduale passaggio al sistema a capitalizzazione , cominciando dai nuovi assunti. Soluzione che richiede un libero mercato , un contesto di responsabilità e la capacità di generare più PIL. Soluzione che la Lega Nord ha sempre proposto, e che caratterizzerà il sistema previdenziale Padano.

Ma adesso ci sono queste pensioni da pagare e questi lavoratori da tutelare. Se non tuteliamo il lavoro e le imprese della Padania e se non facciamo partire l'economia del Mezzogiorno  dotandolo di una moneta più competitiva, queste pensioni non saranno mai pagate , indipendentemente dall'innalzamento dell'età per la pensione che il governo Prodi imporrà nei prossimi giorni ai lavoratori Padani, con l'aiuto dei sindacati e che la  Lega Nord cercherà di bloccare in Parlamento.

E contro cui il Sin.Pa. , l'unico sindacato che secondo me vuole realmente tutelare   i lavoratori Padani , alzerà  quasi certamente   le barricate.

Ecco perché é utile che voi lettori ricordiate sempre,  in tutte le vostre discussioni, che   anche per raggiungere l' obiettivo di tutelare le pensioni dei nostri anziani che hanno lavorato tutta la vita é necessario firmare al più presto il "trattato di secessione consensuale".

Infine, voglio  ricordare che nel 1994 , quando ero ministro , avevo portato all'OCSE il problema dei debiti "sommersi"  accumulati degli stati membri dell'Unione Europea per pagare le pensioni già maturate e , come si dice , "unfunded" , vale a dire non coperte  da soldi investiti in qualche attività tangibile  oppure da soldi gestiti dai  fondi pensione .

A Parigi, nel Giugno 1994, avevamo discusso due giorni e due notti con Francesi, Inglesi, Tedeschi eccetera, e alla fine avevo ottenuto una dichiarazione  formale dell'OCSE che riconosceva che il debito per le pensioni doveva essere considerato a tutti gli effetti un debito degli Stati.

Durante le discussione qualcuno aveva tentato di bloccare la mia proposta dicendo che così sarebbero saltati tutti i parametri del trattato di Maastricht. La soluzione che avevo proposto era semplice : bastava dichiarare che il debito degli Stati comprendeva anche il valore attuale delle pensioni già maturate, e  che convenzionalmente  ai fini del trattato di Maastricht  si sarebbe considerato solo il debito pubblico finanziario .

Un piccolo particolare : come abbiamo visto , inserendo il debito pensionistico ,  il rapporto debito /PIL dell'Italia oggi salirebbe dal 122% a poco meno del 280 % . Anche il rapporto  degli altri Stati-nazione europei aumenterebbe  ,  questo é logico,  ma aumenterebbe  di virgole, di  percentuali infinitamente minori.

Ma per Roma tutto va bene . Prodi sorride da tutte le televisioni , in Padania c'é ancora qualcuno che gli crede , e intanto, con l'aiuto dei sindacati della "triplice" a Roma stanno preparando una nuova  grande fregatura contro i lavoratori Padani . A Roma sono pronti a tutto, pur di mantenere il loro potere e i loro privilegi , che oggi sono pagati dalla Padania e che domani saranno  spazzati via dalla firma del trattato di secessione consensuale.

Giancarlo Pagliarini