Il polverone bicamerale
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PUBBLICATO su LaPadania 27/01/1998
Di solito i lavori del Parlamento di Roma non sono altro che un alibi: i detentori del potere decidono tutto fuori dal Parlamento, e lo decidono ben prima che si svolga la mera formalità della discussione dei decreti o di progetti di legge nelle commissioni e nelle aule della Camera e del Senato . Poi inizia la sceneggiata dell’aula, i cui lavori fin’ora si sono quasi sempre conclusi con la conferma delle decisioni già prese in questo o in quel salotto.
Ieri pomeriggio é cominciata la “discussione generale” sulla legge proposta dalla Commissione Bicamerale per la riforma della Costituzione, e devo dire che secondo me questa volta c’é la concreta possibilità che il Parlamento-alibi diventi un boomerang per quelli che normalmente lo usano solo per come una sponda per la gestione del loro potere.
Infatti io sono sicuro che i lavori dimostreranno senza alcuna possibilità di dubbio che nessuno, ma proprio nessuno, a Roma, vuole cambiare niente. L’obiettivo dei burattinai che gestiscono i palazzi del potere romano é di fare in modo che alla fine dei lavori nel testo della nuova costituzione italiana ci sia un gran polverone , ci siano tanti nuovi paroloni, ma nemmeno un ombra di federalismo . E naturalmente anche nessun tipo di decentramento.
Per questo motivo rinnovo l’invito a seguire il dibattito che verrà trasmesso da Radio Radicale. In questa prima settimana ci sarà la cosiddetta “discussione generale”. Umberto Bossi, per la cronaca, farà il suo intervento Mercoledì pomeriggio, verso le 18. Poi , nella settimana del 9 Febbraio Camera e Senato cominceranno a votare i vari emendamenti . Seguiteli. Fate attenzione a come voteranno i “federalisti” di Romapolo e di Romaulivo.
In realtà viene quasi da ridere se si pensa che i membri della Commissione Bicamerale , con grande fantasia e con una faccia di tolla veramente incredibile, hanno avuto il coraggio di battezzare la nuova Costituzione con il nome di “ordinamento federale della repubblica”.
E meno male che non hanno spinto la loro faccia tosta fino a intitolarlo “ordinamento della repubblica federale”.
Capisco che avevano bisogno di sollevare un polverone per fare finta di cambiare qualcosa , ma a tutto c’é un limite. Parlare di Repubblica Federale sarebbe stato veramente troppo. Se ne sono resi conto anche loro. Ma voi capite quella parola magica , “federale” dovevano pur metterla da qualche parte. E così é saltato fuori questa perla : l’ordinamento federale di una Repubblica non federale. Datemi retta : seguite i lavori, perché questa sarà l’occasione buona per dimostrare che Romapolo e Romaulivo non vogliono cambiare niente.
Questa é anche l’occasione buona per ricordare come sono cominciati i lavori della Commissione Bicamerale.
All’inizio dei lavori della Commissione, nel Febbraio del 1997, la Lega Nord per l’indipendenza della Padania aveva proposto di inserire nella Costituzione italiana un articolo che prevedeva il referendum sull’autodeterminazione.
Questo é il principio che sta alla base di ogni patto federale. Se volete, questo é l’ABC del federalismo. Che é un “patto” : e un patto ha senso solo se i contraenti sono liberi, assolutamente liberi, di aderire oppure di non starci. Altrimenti se uno non ha la libertà di partecipare oppure di non partecipare, scusate, mi spiegate che razza di “patto” é?
La nostra proposta di legge Costituzionale era composta da sette articoli. I primi due erano questi :
1. La Repubblica Italiana riconosce ai Popoli che ne fanno parte il diritto all’autodeterminazione.
2. Il diritto all’autodeterminazione viene esercitato attraverso un referendum popolare.
E’ ovvio che in assenza di questo principio di libertà non é possibile parlare di “patto federale”. Ma quel nostro testo non é mai stato né discusso né bocciato, perché Violante lo aveva dichiarato “irricevibile”.
Comino era intervenuto per protestare contro questa assurda decisione che vietava addirittura la discussione della nostra proposta; nel suo intervento in aula aveva dichiarato che la decisione del Presidente della Camera dei Deputati del Parlamento di Roma dimostrava che le istituzioni dello Stato italiano erano “illiberali, antidemocratiche, repressive e fasciste”.
Ricordo che alla parola “fascista” Violante era diventato pallido e aveva interrotto il nostro capogruppo con queste parole: “Onorevole Comino, mi scusi. Non posso consentire che si dica “fascista” a questa istituzione. E’ chiaro?”.
Quell’interruzione significava, se le parole hanno un senso, che Violante non accettava che il Parlamento italiano fosse considerato “fascista”. Però Violante non se la é sentita di contestare la chiara ed esplicita dichiarazione che il Parlamento italiano oltre che fascista si era comportato anche in modo illiberale, antidemocratico e repressivo.
Secondo me Violante non era intervenuto su queste pesantissime accuse perché sapeva di avere la coda di paglia e di averla combinata veramente grossa. E comunque , se ci pensate bene , il suo comportamento é stato comico e grottesco. Perché in pratica é successo che Violante ha implicitamente detto : tu Comino puoi dire che il Parlamento italiano é illiberale, antidemocratico e repressivo. Questo lo puoi dire. Ma fascista no. Questo te lo impedisco , questo non te lo consento, perché non é vero.
Attenzione : in pratica Violante ha detto che non é vero che il Parlamento italiano é fascista.
Già, ma allora uno capisce che anche per Violante , mica solo per Comino (e per tanti altri) il resto é vero: anche per Violante il Parlamento italiano in quella occasione si é comportato in modo illiberale, antidemocratico e repressivo.
Ecco come sono cominciati i lavori della Bicamerale. Sono cominciati male, e io penso che finiranno ancora peggio, perché temo che tutti gli emendamenti seri verranno bocciati : ma seguendo i lavori questo lo potrete decidere voi.
Per i più curiosi, tutto quello che ho scritto risulta da un documento pubblico che la Padania e le sedi della Lega Nord possono procurare ai lettori interessati: si tratta del resoconto stenografico di Mercoledì 5 Febbraio 1997. Pagina 62. Buona lettura e buon divertimento.
Giancarlo Pagliarini