L'euro, il Dpef e l'anno di 11 mesi

PUBBLICATO IL 28/04/1998

La settimana scorsa nel Parlamento della Repubblica Federale Tedesca si é parlato dell’Italia. Federico Rampini ha scritto  su “la Repubblica” che 1) Kohl e i suoi parlamentari  hanno discusso il DPEF italiano, che 2) l’Olanda ha riconosciuto che “con questo DPEF il governo Prodi mantiene le promesse” , e  3) che il cancelliere Tedesco ha detto che la Lombardia é la Regione più ricca d’Europa. Vediamo i tre punti.

DPEF é l’abbreviazione di “Documento di Programmazione Economica e Finanziaria”. Si tratta di un documento con il quale ogni anno  il Governo mette nero su bianco come intende governare l’economia nei tre anni successivi. In estrema sintesi in tutti i  DPEF ci sono sempre state tre cose :

1.         I dati “tendenziali”. Rappresentano la stima di quello che dovrebbe succedere nei prossimi tre anni nei conti dello Stato , nell’ipotesi che non ci sia nessun cambiamento delle  leggi in vigore. Infatti queste previsioni  le chiamano anche “a legislazione vigente”. 

Esempio : con le leggi che sono  in vigore oggi, in questo  DPEF il Governo prevede  che le entrate contributive che saranno  incassate da tutte  le amministrazioni pubbliche nell’anno 1999 saranno di circa 269,2 mila miliardi.

2.         Poi ci sono i dati “programmatici” , che rappresentano  gli obiettivi che il governo vuole raggiungere.

Ad esempio per il 1999 il governo  Prodi si pone l’obiettivo di incassare 273,2   miliardi di entrate contributive. Sono 4.000 in più del “tendenziale”. E di  si pone l’obiettivo di spendere 5.500 miliardi oltre a quelli già previsti dalle leggi in vigore  per sostenere l’occupazione e le attività produttive nel Mezzogiorno. Anche questi sono 5.500 miliardi in più del “tendenziale”.

3.         E infine c’é la  differenza tra  gli “obiettivi”  e il “tendenziale” , che  si chiama “manovra”.

Nell’esempio che abbiamo appena visto la “manovra” del 1999 sulle entrate contributive sarà di 4.000 miliardi .  Questo non vuol dire necessariamente che aumenteranno le aliquote dei contributi sociali. Nel DPEF questa parte della manovra é descritta così : “...da ottenersi mediante la riforma del sistema di riscossione , in connessione anche con l’armonizzazione delle procedure di riscossione delle entrate tributarie e dei contributi previdenziali , ivi incluse nuove procedure per  il recupero dei crediti dell’INPS relativi al mancato versamento dei contributi.”

Non é scritto in modo molto chiaro, e qui con tutta evidenza c’é la mano di qualche burocrate di cultura non padana, ma se ho capito bene questi 4.000 miliardi dovrebbero saltare fuori dalla lotta all’evasione contributiva. Forse faranno fare i controlli dalla guardia di finanza.  Oppure all’INPS assumeranno nuovi ispettori. Il DPEF non scende mai nei dettagli : questo é un compito della legge finanziaria, che il governo deve presentare ogni anno entro la fine di Settembre sulla base delle indicazioni della “proposta di soluzione” del Parlamento al DPEF.

Cosa é questa  “proposta di soluzione”? E’ un altro documento inventato dalla cultura bizantina Romana.  Succede questo : i parlamentari  si studiano il DPEF  e poi i vari partiti preparano  un documento che si chiama “proposta di soluzione”.  Probabilmente quest’anno ne saranno preparate tre versioni : quella dell’Ulivo, quella della Lega Nord e quella del Polo. Forse anche  Rifondazione Comunista ne depositerà una sua. In aula si voterà per primo il testo   della maggioranza, e se sarà approvato gli altri testi non verranno  votati.

Con la “proposta di soluzione”  si possono cambiare gli obiettivi del Governo , gli si possono dare indicazioni più precise ed alcuni suggerimenti. Per esempio in questo DPEF non c’é scritto cosa succederebbe se dalla lotta all’evasione contributiva non saltano fuori i 4.000 miliardi che il Governo spera di incassare. La  Lega Nord per l’indipendenza della Padania cercherà di convincere la  maggioranza ad inserire nella sua “proposta di soluzione”  una clausola che noi chiamiamo “paracadute” : se le cose non andranno come prevedono  Prodi e i suoi ministri,  ci deve essere  la garanzia che in nessun caso il Governo  potrà aumentare ulteriormente  le tasse. Inoltre é necessario che il Parlamento di Roma dica al Governo  Prodi che se per qualsiasi motivo mancheranno delle entrate si dovrà rimediare tagliando le spese correnti, ma non i trasferimenti  dallo Stato ai Comuni, alle Province e alle Regioni.

Ecco, adesso quelli che hanno avuto la pazienza di leggere fin qui sanno cosa é il DPEF. Bravi i Parlamentari Tedeschi che lo hanno discusso:  a Roma finora lo hanno letto solamente in pochi. Quello che non capisco é come hanno fatto i parlamentari Tedeschi a valutarlo e  gli Olandesi a riconoscere che “con questo DPEF il governo Prodi mantiene le promesse”. 

Vi faccio un esempio . Parliamo del famoso   rapporto del fabbisogno sul PIL. Quello che per il trattato di Maastricht deve essere in inferiore al 3%. Nel 1997 é stato del 2,68% , e per il 1998 il DPEF mostra un ulteriore miglioramento : si dovrebbe chiudere con un  2,57% del PIL. Ma come fanno in Olanda a sapere che in Italia le pensioni si sono sempre pagate  una volta ogni due mesi ma che da Luglio 1998 si pagheranno una volta al mese. Voi dite “cosa c’entra?”. C’entra, perché nel mese di Dicembre 1997 sono state pagate le pensioni per Dicembre 1997 e Gennaio 1998. Esattamente come era stato fatto gli anni precedenti. Ma quest’anno, a Dicembre 1998 si pagheranno solo le pensioni per quel mese. Il risultato lo avete già capito : nel 1998 tra i costi dello Stato ci saranno solo 11 mesi di pensioni. Perché il mese di Gennaio 1998 é finito nei conti del 1997, mentre il 1998 non ricambierà il favore  all’anno successivo. Le pensioni di Gennaio 1999 finiranno nei conti del 1999. Il risultato, almeno a quanto é emerso dalle “audizioni” della V° commissione, é che il 1998 ci guadagnerà circa 6.200 miliardi. Se il cambiamento é già stato considerato nei dati "tendenziali", come sarebbe logico visto che  la data del DPEF é 18 Aprile,  vuol dire che pagando  12 mesi di pensioni invece di 11  il fabbisogno 1998 sarebbe del 2,86%. Un bel po' più del 2,57% “venduto” dal DPEF, e pericolosamente vicino al limite del 3%. In caso contrario, la "manovra" per il 1998 é già bella e fatta : ecco trovati i soldi per sostenere l’occupazione e le attività produttive nel Mezzogiorno. Le cose a Roma funzionano in questo modo.

Di casi come questo ce ne sono molti : pensate , solo per dirne un’altro, che lo Stato italiano non ha ancora pagato i “buchi” della sanità degli anni 1995 e 1996 (mancano ancora più di 3.000 miliardi) .  Ma non vi voglio annoiare : tanto lo sapete tutti che dentro all’Unione Monetaria ci vogliono a tutti i costi , e naturalmente in una Italia con due economie ma  illogicamente unita, per rendere meno pericolosa la concorrenza delle aziende Padane.

 

Adesso voglio  darvi quattro  informazioni che mi sembrano  interessanti.

Primo: il 25 Marzo la Commissione Europea ha  firmato un documento intitolato "relazione sulla convergenza e raccomandazione per il passaggio alla terza fase dell'unione economica e monetaria".

Subito, nella introduzione del voluminoso documento, troviamo questa importante dichiarazione: "Le decisioni adottate dai Governi e gli strumenti previsti dal trattato impegnano gli Stati membri a proseguire su questa via : solo il raggiungimento nel medio termine di un equilibrio delle finanze pubbliche restituirà ai governi margini di manovra nella conduzione delle loro politiche economiche...."

 

Il “raggiungimento nel medio termine di un equilibrio delle finanze pubbliche” significa portare il rapporto dei debiti accumulati sul prodotto interno lordo al livello del 60%. La relazione  della Commissione prevede che per  l'Italia l'anno nel quale il rapporto "debito/PIL" scenderà sotto il 60% sarà il 2016. Naturalmente questo é un dato "concordato" . E infatti il Governo lo ha recepito, perché questa previsione la troviamo pari pari anche nel DPEF.

Ecco, se qualcuno non lo avesse ancora capito, é importante rendersi conto che fino al 2016 il governo di Roma non avrà  “margini di manovra nella conduzione della sua politica economica ". Questo é il prezzo del biglietto che Prodi ha ritenuto giusto pagare per fare parte da subito dell’Unione Monetaria. Ecco perché paghiamo le tasse più alte del mondo, ecco perché a Roma si sono dovuti inventare in fretta e furia Irap, redditometro e sanitometro. Ecco perché Comuni, Province e Regioni sono al collasso perché da Roma hanno chiuso i rubinetti dei trasferimenti ed hanno rinviato a data da destinarsi il pagamento di spese decise ed approvate dal Parlamento di Roma.

Sconti e trattamenti di favore non ce ne possono essere, anche volendo, perché il debito pubblico dell’Italia rappresenta ben il 29,5% di tutti i debiti degli 11 paesi candidati a partecipare fin dall’inizio alla terza fase dell’Unione Monetaria.

Per la precisione, l’Italia ha il 19,8% degli abitanti, genera solo il 14,1% del PIL, ma é responsabile del 29,5% di tutto il debito degli 11 paesi.

Un terzo di tutti i debiti é concentrato in un solo paese. In questa situazione  é agevole rendersi conto che un errore o una crisi dell’Italia potrebbe “far saltare” tutto il progetto Euro.

Secondo : avete letto sui giornali di questi giorni le polemiche per i tassi dei mutui troppo alti. Ebbene, pensate che tantissimi Comuni e Province  pagano alla Cassa Depositi e Prestiti interessi superiori al 9%. Agli enti locali lo Stato ha bloccato i trasferimenti , ma applica tassi da autentico strozzinaggio. Anche questa é una considerazione che cercheremo di fare inserire nella “proposta di soluzione” al DPEF che sarà approvata dal Parlamento.

Terzo : Sandro Naccarelli,  il direttore generale della CONFAPI, la confederazione italiana della piccola e media industria, ha commentato per i deputati e senatori della  commissione bilancio il DPEF preparato dal governo. Una delle tante cose interessanti che ha detto ,  e che non sapevo ,  é che “nella sola Romania 4.000 della 5.000 imprese estere di nuova costituzione provengono dal Nord-Est dell’Italia”. Questo é un numero impressionante : pensate , per fare un paragone e capire cosa significa questo numero, che all’Assolombarda , che é la più grande associazione territoriale della Confindustria, aderiscono  circa 5.000 imprese . Questo significa che il lavoro sta diminuendo anche in Padania. E siccome le imprese che vanno all’estero le tasse  e i contributi sociali li devono pagare  all’estero, é possibile che lo Stato non incasserà tutte le imposte previste nel DPEF. D’altronde non dobbiamo farci illusioni:  con questa pressione fiscale , con questa pressione burocratica , e con queste trattenute  fiscali e previdenziali che ingigantiscono il costo del lavoro, saranno sempre di più le imprese che dovranno prendere  la via dell’esilio.

Quarto: tutti i giornali hanno riportato le dichiarazioni del cancelliere Kohl sulla forza economica di Milano e della Lombardia. Vediamo più da vicino com’é la situazione.

Nella tabella qui di fianco  potete vedere  quanto PIL  é stato prodotto nel 1997 da tutti i membri dell’Unione Europea. Spesso nei dibattiti e negli incontri pubblici ho sentito dire che la divisione  della attuale Repubblica italiana in due Stati non é conveniente perché la Padania si ridurrebbe a non avere nessun peso in Europa. Diventerebbe una colonia della Germania, o della Baviera.

Ebbene, date una occhiata alla tabella: la Padania, da sola, é la quarta potenza dell’Unione Europea e produce , da sola,  più PIL della Spagna .

Quanto alle dichiarazioni di Kohl sulla Lombardia , sono assolutamente giuste : come vedete dalla tabella, la Lombardia, da sola, genera più ricchezza di Stati conosciuti , apprezzati e rispettati, come la Svezia, l’Austria e la Danimarca.

Ma  Kohl  dovrebbe cercare di fare un viaggio in treno partendo   da Bergamo. Oppure dovrebbe cercare di  entrare a Milano verso le otto del mattino. O visitare qualche ospedale . O vedere come vivono alcuni nostri  anziani e  nostri pensionati. O come lavorano certi uffici pubblici. Allora capirebbe  che qui siamo in pieno terzo mondo. Che  lavoriamo come matti ma non per noi e per i nostri figli. E capirebbe che questa situazione di sfruttamento sta diventando una polveriera e certamente non potrà durare ancora a lungo.

Giancarlo Pagliarini