La busta paga: furto con destrezza
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PUBBLICATO su LaPadania - 17/02/1998
Da pochi giorni é in distribuzione un libro veramente interessante. Il titolo é “Le entrate tributarie dello Stato regionalizzate. Una stima del carico fiscale nel 1994”. L’autore é la ragioneria generale dello Stato italiano, di cui i popoli della Padania fanno parte da pochissimo tempo. Da meno di 140 anni. E siamo veramente in tanti a pensare che tale partecipazione é provvisoria ed é sicuramente dovuta solo al fatto che ai cittadini Padani non viene riconosciuto il diritto di dire come la pensano attraverso un libero referendum.
Quel prezioso libretto analizza, regione per regione, 19 imposte e tasse, dall’IRPEF alle tasse sul gioco del Lotto e sulle lotterie. Una per una, LaPadania le pubblicherà e le commenterà tutte e 19, e vi garantisco che ne vedrete delle belle. Oggi cominciamo a guardare da vicino l’IRPEF : l’imposta sul reddito delle persone fisiche.
Negli allegati 1 e 2 potete vedere quanti soldi ha incassato Roma negli anni 1992, 1993 e 1994 grazie all’IRPEF : nel 1994 a Roma sono arrivati più di 149 mila miliardi. E potete anche vedere chi ha mandato a Roma questo fiume di denaro : nel 1994 per ogni 100 lire pagate in media da ogni singolo cittadino della Padania, i cittadini del Mezzogiorno ne hanno pagate, in media, 47,9. Meno della metà. Gli estremi sono Lombardia e Calabria. Per ogni 100 lire pagate pro-capite in Lombardia, in Calabria ne sono state pagate 33,9. Questi dati spiegano quali saranno le conseguenze del “federalismo alla romana” descritto nell’articolo 62 della Commissione Bicamerale , dove nel comma 5 c’é scritto che :"Con legge é istituito un fondo perequativo dal quale sono erogati i trasferimenti annui a favore delle comunità regionali nelle quali la capacità fiscale per abitante sia inferiore a parametri definiti dalla legge stessa...”
Questo significa che con la nuova Costituzione, che purtroppo in Commissione Bicamerale é stata approvata anche dai Parlamentari di Alleanza Nazionale, Forza Italia, PDS e democristiani vari eletti in Padania, i Comuni e gli enti locali del Mezzogiorno riceveranno maggiori trasferimenti , per il semplice fatto che i loro cittadini pagano meno tasse. Come dire che se vogliamo che i comuni di Treviso, Lecco, Brescia , Milano eccetera ricevano più trasferimenti da Roma, per le loro strade e per le loro scuole, non dobbiamo fare altro che pagare meno tasse. Naturalmente, se dalle entrate passiamo alle spese dell’anno 1994 , vediamo che questo Stato italiano mediamente ha speso, pro-capite, molto di più per le strade, le scuole, i trasferimenti agli enti locali eccetera delle regioni del Mezzogiorno che per i popoli della Padania. La maggior parte dell’IRPEF viene pagata dai lavoratori dipendenti. Molto spesso chi paga non si rende nemmeno conto di dare tutti questi quattrini allo Stato italiano. Perché i suoi soldi non li vede nemmeno. Infatti i datori di lavoro sono obbligati a trattenere i soldi per pagare l’imposta IRPEF , che sono soldi dei loro dipendenti, e a versarli alle Tesorerie romane. Questi soldi non passano nemmeno per la busta paga. I lavoratori non li vedono nemmeno. E qualcuno di loro dice : porca miseria, la ditta mi paga poco. E invece non si rende conto che é lui che paga un sacco di tasse. E’ un sistema veramente poco trasparente. Nelle tasche dei lavoratori arrivano pochi soldi, ma dalle casse delle aziende ne escono tanti. Più del doppio. La differenza va tutta a Roma. In pratica, l’IRPEF potrebbe avere una di queste caratteristiche:
1. I lavoratori dipendenti incassano tutto il loro stipendio e i datori di lavoro non fanno nessuna trattenuta per le loro tasse. Una volta all’anno i lavoratori fanno la loro dichiarazione dei redditi, calcolano le spese che possono dedurre dalle imposte , e versano la differenza.
2. I datori di lavoro fanno una trattenuta d’acconto e la versano all’erario.
Ma un acconto é un acconto, mentre adesso in Italia trattengono tutto.Anche in questo caso i lavoratori fanno una volta all’anno la loro dichiarazione dei redditi, deducono l’acconto che é già stato versato al fisco dai loro datori di lavoro, calcolano le spese che possono dedurre dalle imposte, e vedono se sono a credito o a debito. Se sono a debito versano subito il saldo.
Se sono a credito, in un paese civile sanno che nel giro di poche settimane (settimane, non mesi) lo Stato li rimborserà. Quando avremo liberato i popoli della Padania e quelli del Mezzogiorno dal regime di Roma, dei suoi burocrati e di quelli che la usano per gestire il loro potere, molti di noi della Lega Nord torneranno alle loro attività professionali . La maggior parte di quelli che continueranno a lavorare in politica si dedicheranno a realizzare il sogno dell’Europa federale dei popoli . Le Regioni di questo Stato Federale di nome Europa , dovranno recepire nei loro ordinamenti principi fiscali armonizzati. Io spero che per i lavoratori dipendenti quei principi prevedano due cose: a) una trattenuta d’acconto non superiore al 30 per cento e b) la possibilità, anche per i lavoratori dipendenti, di dedurre dal loro reddito fiscalmente imponibile la maggior parte delle loro spese, e in ogni caso tutte le spese per la famiglia, come l’affitto, i libri per la scuole dei figli , i vestite, eccetera, e tutte le spese sostenute per generare il reddito tassato, come le spese di trasporto e quelle per l’aggiornamento professionale. Questi, incidentalmente, sono principi che il governo della Padania ha già incluso nel documento sui principi fiscali della Repubblica federale Padana, predisposto per la discussione nel Parlamento di Chignolo Po.
3. I datori di lavoro trattengono tutte le tasse che i dipendenti devono pagare. Una volta all’anno i lavoratori fanno la loro dichiarazione dei redditi e naturalmente non pagano le tasse, visto che gli é già stato trattenuto tutto. Ma , se hanno delle spese deducibili (in Italia sono molto poche, e diminuiscono ogni anno) calcolano il loro credito .In un paese civile che preveda questo sistema saranno subito rimborsati, mentre é noto che in Italia i malcapitati che finiscono in credito di imposta devono aspettare anche degli anni prima che lo Stato paghi il suo debito.
Per finire, nell’allegato 3 potete vedere l’elenco delle 19 imposte e tasse di cui la Ragioneria Generale dello Stato italiano ha pubblicato i dati regionalizzati, e che LaPadania commenterà nei prossimi giorni.
Giancarlo Pagliarini