Le truffe di Tirana e quelle di Roma

PUBBLICATO su LaPadania - 15/04/1997

In questi giorni parlano tutti dell’Albania . E  adesso ne voglio parlare anch’io . Ma  cercherò di farlo dal punto di vista delle persone comuni , che é un punto di vista molto diverso da quello dei politici.  E che é molto diverso anche da quello di molti  giornalisti , che ragionano  sulla  lunghezza d’onda dei palazzi del potere, lontani milioni di anni luce dalla gente.

Qualcuno di voi ha capito che cosa sta veramente succedendo in Albania , e  perché succede ? Secondo voi qualche televisione o qualche giornale  ha veramente  provato a spiegarlo ?  A me non sembra , se si escludono i  coraggiosi  articoli di Max Parisi su questo giornale.   Io ho capito questo : in Albania non c’é stata e non c’é nessuna rivoluzione  e nessuna guerra civile.  E’ successo che tantissimi  albanesi  sono stati truffati da società finanziarie italiane. Da qui malcontento , disordini , e qualcuno che ha cercato di profittarne.

Anche in Italia ci sono state , da sempre, truffe ai danni dei risparmiatori. Negli anni cinquanta  quelli che  avevano  prestato dei soldi a un certo Giuffré poi si erano trovati senza una lira. E da allora di truffe "albanesi" ai danni dei risparmiatori italiani ce ne sono state veramente tante. I nomi da fare e le storie da raccontare in questo campo sarebbero tantissimi. In Albania , mi dicono, la truffa é stata colossale , considerate  le proporzioni del risparmio in quel paese.   E così i risparmi di moltissimi cittadini albanesi,  sono finiti nelle  casseforti di certe società finanziarie che a un bel momento sono sparite , portandosi via tutti i soldi.

 

Alcuni di quei risparmi erano costituiti da soldi  leciti  , mentre molti , probabilmente  la maggioranza , erano risparmi illeciti, figli soprattutto del contrabbando .

Leggo sulla Padania che maggior parte di quelle società finanziarie é italiana , e una , la più grossa , ha la sede a Lecce. Il nostro giornale  ha pubblicato il suo nome, i nomi degli amministratori , indirizzo , numeri di telefono e nomi di alcune società collegate.

Io non so se quelle  società finanziarie erano presentabili ed erano dotate di autorizzazioni della Consob e di benedizioni della Banca d’Italia : probabilmente in Albania non si va tanto per il sottile , e questo riguarda soprattutto quel risparmio generato da contrabbando ed altre operazioni poco pulite.

Ebbene, io credo che se proprio vogliamo fare qualcosa per gli albanesi, non c’é  bisogno di mandare  soldati investendoli di una missione con obiettivi non ben definiti : tutti si rendono conto che non servirà a niente e che sicuramente la mafia albanese troverà il modo di profittare della situazione.

Invece dei soldati l’Italia, l’Unione Europea, l'O.N.U., dovrebbero  concentrarsi sui  motivi della crisi , ed individuare le società che hanno truffato . Poi, invece di  mandare  soldati , dovrebbero attivare servizi segreti e magari dei contabili. Siccome il denaro lascia sempre una traccia, state tranquilli che sarebbe relativamente semplice ricostruire la via  dei soldi rubati. E allora basterebbe  che il nostro Parlamento approvi un paio di leggi speciali, molto dure , e  che i governi dell'Unione Europea  utilizzino tutti gli  appoggi  internazionali necessari nella circostanza . Ed ecco che in questo modo si potrebbero  restituire agli albanesi i quattrini che gli sono stati rubati . E si potrebbero anche mandare in galera ,  possibilmente in prigioni albanesi, anche  i truffatori , che a quello che si dice sono quasi tutti italiani .  Tutto qua : molto facile , molto semplice,  con costo zero per i contribuenti Padani e con piena soddisfazione degli albanesi.

Provate a chiedervi a chi non va bene questo progetto . Non va bene a quelli che approfittano di questa situazione per venire da clandestini in Italia , per cercare un lavoro se sono onesti, per farsi mantenere se sono maoisti convinti ( e in Albania ce ne sono ancora tanti) , o per rubare di più e con meno rischi se sono delinquenti .   Oppure per cambiare generalità , approfittando delle larghe maglie delle leggi italiane, se erano delinquenti compromessi a casa loro. Non va bene ai delinquenti comuni, più o meno organizzati, che quando ci sono disordini lavorano sempre meglio.  E soprattutto  non va bene a quei politici italiani  che vogliono legalizzare i clandestini albanesi  per avere i loro voti alle prossime elezioni politiche in Italia. E siamo in molti a pensare che ci sia una regia e  che le truffe e tutto il resto siano stati messi  in piedi proprio per questo obiettivo.

Invece il Parlamento italiano ha deciso di non alzare  un dito per recuperare i soldi rubati , e di mandare i soldati. Il bello é che ci dicono che questa spedizione non ci costerà niente e che non ci saranno nuove tasse, perché , hanno detto, i soldi ci sono di già. Un momento : se i soldi c’erano, e la spedizione non si faceva , cosa avrebbero fatto? Ci avrebbero restituito una parte delle tasse? Non credo proprio.  E allora, é evidente che qui c’é un trucco : vedrete che  questa  inutile spedizione  ci costerà  un sacco di quattrini.

E allora , dopo avere capito questo , andate a rileggere la bella lettera della Silvana Azzarro di Cuggiono pubblicata sulla Padania di Venerdì 11 Aprile e pensate a quanto bene si potrebbe fare a bambini Padani ed a  bambini italiani con i soldi che spenderemo per questa inutile spedizione militare. O  umanitaria . O di pace .

Chiamatela come volete : per la cultura padana il problema non é nel nome, non é nella forma , ma é nella sostanza. 

Ma adesso proviamo ad applicare qualche  ragionamento pragmatico ai risparmi degli italiani. Sottoscrivendo i titoli di Stato noi di fatto consegnamo  ai detentori del potere le risorse finanziarie per il salvataggio del banco di Napoli , per le auto blu,  per le pensioni da oltre 40 milioni al mese di Biagio Agnes ed altri, per gli stipendi di burocrati  che,  oggettivamente , se non ci fossero  farebbero funzionare meglio lo Stato. Questo  per fortuna  molti burocrati  l’hanno capito, e infatti passano la giornata al bar , così non combinano guai. Tanto  lo stipendio alla fine del mese  lo incassano lo stesso. Ebbene, capiamo bene che questi stipendi dei burocrati, in parte sono pagati  con le tasse mandate a Roma dai cittadini  Padani, e in parte sono pagati con i soldi che i cittadini Padani prestano allo Stato sottoscrivendo i titoli del debito pubblico. Guardate che per i detentori del potere non fa nessuna differenza se questi soldi vengono dalle tasse o dal debito pubblico. Loro li incassano e li spendono. Scusate , ma allora non sarebbe meglio sottoscrivere solo i BOC dei nostri comuni di residenza , oppure, se non ci sono ancora BOC nelle vostre città, non sarebbe meglio sottoscrivere  delle sane obbligazioni in marchi tedeschi o , in dollari, o in fiorini ,  eccetera. Questo atto , assolutamente legale, perché fino a prova contraria non è ancora obbligatorio investire nei titoli dello Stato , avrebbe l’effetto di imporre al Governo ed al Parlamento italiano di spendere con maggiore oculatezza i soldi dei cittadini. E non scrivo che avrebbe anche  l’effetto di farvi investire in modo più sicuro i risparmi, perché altrimenti mia moglie si spaventerebbe : non perché abbiamo dei titoli di Stato  (la mia famiglia  non ne ha) ma perché mi arriverebbe subito un’altro avviso di garanzia, non so se da Papalia o da qualcun altro, con l'accusa di aggiotaggio o di  “deprimere  il sentimento nazionale”.  Cosa che mi guardo bene dal fare , perché per deprimere il sentimento nazionale mi sembra che bastano e avanzano i resoconti stenografici  dei lavori del Parlamento   di Roma e  la lettura  delle dichiarazioni che fanno i vari personaggi del teatrino che ogni giorno va in scena a Roma con un solo obiettivo : fregare i cittadini della Padania.

 

Giancarlo Pagliarini