Uniti in Europa? Una sciagura
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Pubblicato su LaPadania il 21 Ottobre 1997
“Con le bugie creano mostri, oppure sogni collettivi, in modo che il popolo, preso dalla paura del mostro o dal desiderio del sogno, non pensi ai veri problemi e non rompa le scatole. Almeno fino al prossimo mostro o al prossimo sogno”. Questo me lo ha insegnato tanti anni fa il premio Nobel Dario Fo, prima in Via Colletti e poi alla Palazzina Liberty. Certo, quel Dario Fo non avrebbe mai pensato di dover girare un giorno per le strade come uno Scalfaro qualsiasi con una bandierina in mano.
Era un grande, e mi ha insegnato cose giuste: usare la propria testa , non credere alle bugie del potere, e avere il coraggio di ribellarsi alla oppressione del potere. Ebbene, oggi per il regime di Roma, la Lega Nord è il mostro, che naturalmente è cattivo, egoista e razzista. L'entrata in Europa è il sogno collettivo.
Con la forza invece il potere non perde tempo a creare mostri e sogni. Con la forza il potere elimina quelli che non accettano le sue regole del gioco e quelli che capiscono le sue bugie, ma che invece di starsene zitti, di pensare alla famiglia e di genuflettersi, hanno dignità. Amano. E cercano di togliere la maschera ai detentori del potere e di fare capire al popolo i loro giochi.
Questo è sempre successo nella storia del mondo.
Poveri detentori del potere italiani: oggi la forza non può più essere usata facilmente come una volta. Ricordate come si potevano fare sparire in fretta i rompiscatole, con poca spesa e senza lasciare tracce ?
Pazienza. In compenso per l'altro strumento, quello delle bugie, le cose oggi vanno molto meglio: televisioni, giornali, salotti buoni e intellettuali sono al servizio del potere e sostituiscono le bastonate e le irruzioni notturne nelle case. Anche se in giro sento molti che rimpiangono i bei tempi di Giordano Bruno, anche perché da Roma, per mantenere il loro potere e i loro privilegi, giocano pesante, e ci sono degli irresponsabili che mentendo spudoratamente ci descrivono come "la Lega della secessione e dell'odio tra gli italiani" e inventano, usando i vari Papalia, le più incredibili accuse contro di noi. Noi non odiamo nessuno. Noi non vogliamo la violenza. Ma noi vogliamo vivere da uomini liberi. Vorremmo dirlo con un referendum, che forse potremmo anche perdere, ma che per non correre rischi il potere romano ostinatamente e contro ogni logica ci nega. E noi, il nostro desiderio di essere liberi, lo grideremo Domenica ventura, quando eleggeremo il Parlamento della Padania.
I "miti di Stato", le bugie del potere italiano che oggi vanno per la maggiore , mi sembra che siano questi: "Quelli della Lega odiano i meridionali". "La lega vuole portare la Padania in Europa ed abbandonare il povero Sud al suo destino: sono egoisti". "I conti dello Stato sono risanati". "L'economia adesso va bene". "Dobbiamo entrare in Europa tutti uniti". "Federalismo sì, ma la secessione mai". "Se ci sarà la secessione il Sud non comprerà più i prodotti della Padania." E chi più ne ha, più ne metta, senza dimenticare le ormai classiche "Non possiamo dimenticare tutti quelli che sono morti per l'unità d'Italia" e "Io sono di Legnano ma prima di tutto sono italiano".
Per quanto riguarda il risanamento dei conti dello stato italiano rinvio al bell'articolo di Giorgetti che il nostro giornale ha pubblicato Sabato scorso, intitolato "dati alla mano, ecco tutte le bugie di Prodi".
Ma parliamo del sogno dell'Europa e dell'Unione Monetaria. Da Roma, praticamente tutti i giorni, dicono che in Europa ci dobbiamo andare, ma tutti uniti. E ci accusano di egoismo perché noi vogliamo portare la ricca Padania in Europa abbandonando il povero Sud.
Non è così. Sul nostro giornale è già stato scritto tante volte, ma penso che sia utile ripeterlo perché questo è un punto che è spesso sollevato nelle discussioni nelle nostre sezioni e nei dibattiti pubblici. Ragioniamo. Se saremo esclusi dall'Unione Monetaria saremo rovinati. Questo lo dicono tutti. Mi dicono che un giorno lo ha dichiarato anche Scalfaro, anche se confesso che quando parla in TV il presidente degli italiani non riesco mai a sentirlo con attenzione: i bambini ridono come matti e i vecchi perdono la pazienza e gridano "dai basta con questa lagna". Comunque questa è la verità: fuori dall'Unione Monetaria in breve saremmo rovinati e disoccupati. Ma attenzione: se quest'Italia entrerà unita nell'Unione Monetaria noi saremo rovinati ancora più in fretta. Perché entrerebbero nell'Unione due economie: la Padania, che è competitiva con gli altri paesi membri dell'Unione Monetaria, e il Mezzogiorno, che oggi non ècompetitivo.
Non è competitivo perché gli mancano le imprese, gli imprenditori, le infrastrutture e tante altre cose. Per la verità Domenica scorsa, al riuscitissimo congresso nazionale del movimento dei giovani Padani che si è svolto a Piacenza, Roberto Calderoli ha detto che al Sud manca anche la voglia di lavorare. Questa non è solo una battuta. Perché se i comportamenti individuali fossero stati diversi il Sud oggi non avrebbe i problemi che ha. O forse c'è qualcuno che crede che il buon Dio ha fatto apposta a creare il Veneto ricco e la Calabria povera?
Comunque, se le due economie entreranno unite nell'Unione Monetaria, non sarà possibile armonizzare il sistema fiscale ed il sistema contributivo dell'Italia unita a quelli degli altri paesi membri dell'Unione Monetaria, perché la Padania dovrà continuare a procurare le risorse finanziarie necessarie per mantenere Roma e lo Stato centrale, che come è noto è caro come il fuoco ed inefficiente in un modo veramente incredibile. E dovrà continuare a finanziare i consumi del Mezzogiorno, perché nessuno, sia ben chiaro, vuole fare morire di fame nessuno. Ma l'economia del Mezzogiorno non potrà mai decollare senza il vantaggio di una moneta più competitiva. E se la sua economia non decolla, me lo dite chi paga per l'istruzione, la sanità, l'ordine pubblico, per i trasferimenti ai Comuni, alle Province, alle Regioni e agli altri enti pubblici del Mezzogiorno
Spero che tutte le persone oneste e ragionevoli si rendano conto che con progetti che non tengono in nessuna considerazione il mercato, come i lavori socialmente utili, i prestiti d'onore, le borse di studio, la fiscalizzazione di oneri sociali, gli sgravi fiscali, le "Tremonti solo per il Sud" eccetera non si combinerà niente di serio per il Mezzogiorno, mentre si riuscirà a rendere sempre meno competitive le aziende della Padania. Perché alla fine sono loro che direttamente o indirettamente finanziano tutti questi progetti, invece di indirizzare quei flussi finanziari verso la ricerca scientifica, lo sviluppo di nuovi prodotti e nuove tecnologie, verso la ricerca di nuovi materiali, di nuove fonti di energia, di nuovi processi e nuove automazioni. Verso l'informatica. Verso le telecomunicazioni. Verso il mercato, che corre, credetemi, corre. E noi restiamo al palo per finanziare con prestiti d'onore quelli che vogliono mettere in scatola e vendere l'aria di Napoli. Non è una battuta, è successo davvero, ve ne rendete conto? Ma in questo modo si condannano a morte le imprese della Padania. Cittadini che votate il Polo e l'Ulivo, lo volete capire o no che in questo modo si condannano a morte certa le imprese della Padania? E senza le imprese, per favore me lo dite dove andremo a lavorare? E chi pagherà le tasse? I disoccupati? E chi verserà i contributi sociali per pagare le pensioni.
Da questo scenario nasce la nostra proposta: si scrive e si firma il trattato di secessione consensuale. La Padania entra in Europa mentre il Mezzogiorno, che oggi non è competitivo e che nell'Unione Monetaria sarebbe stritolato, resta provvisoriamente fuori. Risultati immediati: 1) in Padania le imprese possono fare gli investimenti per tutelare la loro competitività. 2) il Mezzogiorno ha più responsabilità e un operaio che lavora in Padania o in qualsiasi altro paese membro dell'Unione Monetaria costa come tre operai del Sud. Ecco come si aiuta il Mezzogiorno, rispettando il mercato. Perché solo in questo modo un Mezzogiorno responsabile e con voglia di lavorare saprà attirare turismo, imprese e capitali. Dalla Padania, certo, ma anche dalla Francia, dalla Germania, da Hong Kong, eccetera. E saprà esportare. E combattere la disoccupazione, la mafia e la delinquenza organizzata.
Scusate, ma in questa proposta dove sono il razzismo e l'egoismo? Vi rendete conto che Turani sulla Repubblica, Levi sul Corriere della Sera, e Sergio Romano, ed un gruppo di lavoro della Bocconi, ed altri ancora hanno detto che realizzando il nostro progetto di doppia moneta il Sud diventerebbe ricchissimo e in Padania ci sarebbe disperazione e disoccupazione perché le nostre imprese andrebbero tutte a Sud. Ebbene, questo in parte può essere vero. Dunque nessuno è autorizzato a dire che siamo razzisti, egoisti, e che "seminiamo l'odio tra gli italiani". Chi lo dice non ha nessuna onestà intellettuale.
E' vero che la nostra proposta aiuta il Mezzogiorno, mentre non è vero che condannerebbe la Padania alla disperazione e alla disoccupazione. Perché le imprese tipiche della Padania sono quelle con alto valore aggiunto. Quelle che gli economisti chiamano "capital intensive". Le altre le perderemmo comunque. Realizzando la secessione consensuale forse andranno nel Mezzogiorno, ma stando uniti se ne andranno comunque: in Slovenia, Croazia, Romania o da altre parti, dove il costo del lavoro è più competitivo. E' un processo che sta già succedendo. Oggi e tutti i giorni. Se la Padania entrerà nell'Unione Monetaria da sola potremo armonizzare la pressione fiscale con il resto dell'Unione : 20% per gli artigiani, dal 20 al 25% per le piccole e medie imprese, e su su fino al tetto del 35% per le grandi imprese. Questo non significa più soldi nelle tasche degli imprenditori Padani, ma maggiori investimenti per la competitività delle loro imprese.
E ancora, in Padania senza la burocrazia romana della Consob e senza la burocrazia romana della Banca d'Italia riusciremo finalmente ad avere un vero mercato finanziario. Vere banche ed una vera Borsa valori con almeno 5.000 società quotate, senza costi folli e senza adempimenti burocratici ancora più folli. Risultato : gli Steve Job e le Apple di domani nasceranno e troveranno i necessari finanziamenti nelle nostre cantine e nei nostri sottoscala. Ma avete una vaga idea di quanti geni fanno una vita grama e non realizzano le loro intuizioni perché viviamo in un sistema - paese che non funzione e che non dà opportunità , ma solo una grande voglia di fare la valigia e scappare?
E su questo argomento potrei dire tante cose ancora. Sono tutti stimoli , sui quali è possibile discutere tecnicamente, perché posso anche sbagliarmi : non ho mai pensato di essere un genio. Ma di una cosa sono certo. Anche se andasse tutto male, anche se avessero ragione i Turani , i Levi e il gruppo di studio della Bocconi, se realizzeremo il nostro progetto di secessione consensuale qui in Padania non ci saranno mai disperazione e disoccupazione .
Disoccupazione? Ma qui siamo tutti matti, le cose da fare ce le inventiamo anche quando siamo in vacanza e le nostre donne alle sei del mattino sono già lì con l'aspirapolvere in mano.
Disperazione? Gli uomini liberi non sono mai disperati. Noi siamo disperati oggi, perché ci comandano da Roma e questo paese non lo riconosciamo più, non è più il nostro paese. Noi siamo disperati oggi perché non si può vivere senza l'amore, e questo paese, questa , Italia noi non l'amiamo più. Noi siamo disperati oggi perché non siamo uomini liberi. Ed è per questo che Domenica andremo tutti a votare per il nostro Parlamento. Libertà!
Giancarlo Pagliarini