Regioni in cerca di identità

Pubblicato su "LaPadania" - 9 Novembre 1999

Lo scorso sette luglio l’aula di Montecitorio ha approvato una risoluzione presentata dalla Lega Nord con la quale i deputati impegnavano il Governo ad accelerare il processo di federalismo. Per la cronaca su 530 deputati presenti avevano votato a favore in 476 (ben il 90%), contrari 19 (il 4%, in maggioranza di Rifondazione Comunista) e 35 si erano astenuti (il 6%, in maggioranza di An).

Anche per questo motivo la Commissione affari costituzionali poi ha dovuto accelerare i suoi lavori, ed ha preparato il testo della legge Costituzionale intitolata “Ordinamento federale della Repubblica”, che tra pochi giorni dovrebbe essere discussa nell’aula di Montecitorio. Continuo ad usare il condizionale perché temo che il governo non avrà il coraggio di affrontare una riforma così importante. Una riforma che, se attuata seriamente, modificherà in modo significativo il sistema di potere. Per questo motivo gli attuali detentori del potere hanno preparato un testo che con il federalismo non ha niente a che vedere e che non cambia niente. Ma la discussione pubblica potrebbe essere pericolosa, perché i cittadini potrebbero interessarsi alla cosa ed essere così più informati e più consapevoli. Ecco perché temo che ci saranno altri rinvii. Oppure che la discussione comincerà il 12 novembre, come previsto dal calendario, ma poi sarà interrotta e rimandata alle calende greche.

Il testo che ci viene proposto dalla maggioranza è composto da 17 articoli. Oggi desidero commentare i primi tre articoli con l’obiettivo di chiarire alcuni punti molto importanti: 1) il significato di federalismo, 2) l’identificazione dei soggetti che aderiscono al patto federale, 3) la necessità che i soggetti siano liberi di aderire al patto, oppure di rifiutarlo e 4) la proposta della Lega Nord.

Il testo dei primi tre articoli lo potete vedere qui di seguito:

(Testo proposto dalla maggioranza (aggiornato al 4 Novembre 1999))

Articolo 1:

La rubrica del titolo V della Costituzione è sostituita dalla seguente: “Titolo V – Ordinamento federale della Repubblica

Articolo 2:

L’articolo 114 della Costituzione è sostituito dal seguente: “ART. 114 – La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province o Città Metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. La legge garantisce le autonomie funzionali.

L’esercizio delle funzioni pubbliche è ripartito sulla base dei principi di sussidiarietà e differenziazione.

Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni, salvo che, per assicurarne l’esercizio unitario, sia diversamente disposto con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze.

Articolo 3

L’articolo 115 della Costituzione è sostituito dal seguente: “ART. 115 – I Comuni, le Province, le Città Metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri Statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati nella Costituzione.

Nelle aree metropolitane individuate dalla legge dello Stato, che stabilisce il numero minimo degli abitanti del Comune capoluogo e dell’area metropolitana nel suo complesso, il Comune capoluogo e gli altri Comuni ad esso uniti da rapporti di integrazione territoriale, economia, sociale e culturale possono costituirsi in Città metropolitane a ordinamento differenziato. In tal caso, la stessa legge prevede le modalità per procedere alla soppressione o alla modificazione delle Province interessate.

I Comuni con popolazione inferiore al minimo stabilito dalla legge, ovvero situati in zone montane, esercitano anche in parte le loro funzioni mediante forme associative, alle quali è conferita la medesima autonomia riconosciuta ai Comuni

 

Voglio ricordare che la parola federalismo deriva dal latino foedus, che significa “patto, alleanza, accordo, intesa”. In tutti i patti ci sono sempre due elementi fondamentali: l’identificazione dei soggetti che aderiscono al patto, e la loro libertà di aderire oppure di non accettarlo. Il matrimonio, per esempio, è un patto. I soggetti che aderiscono al patto sono il marito e la moglie, e naturalmente essi sono liberi: se vogliono si sposano, ma se non vogliono non si sposano. Traduciamo in linguaggio amministrativo questo banalissimo esempio, e andiamo alla ricerca dei soggetti del “federalismo alla romana” che ci viene proposto.  Come potete vedere dall’articolo due, a Roma hanno pensato che i soggetti del nostro  “federalismo” sono ben cinque: 1) i Comuni, 2) le Province, 3) le città metropolitane, 4) le Regioni e 5) lo Stato. Questi cinque soggetti, tutti assieme, con i compiti, funzioni e poteri diversi, ma con pari dignità costituzionale, aderiscono al patto federale e costituiscono la Repubblica.

Qualcuno ha detto che questa è una “ardita costruzione costituzionale”. Mah! A me sembra che da noi i soggetti del “patto federale” non possono che essere le Regioni, se no si fa solo confusione.

Negli Stati Uniti i soggetti del “patto federale” sono gli Stati: il Texas, la California, eccetera. Sono Stati molto più grandi di noi? Va bene, allora guardiamo la Svizzera: lì i soggetti del patto federale sono i Cantoni. Troppo piccoli? E allora guardiamo ai lander della Germania. Almeno quelli vi andranno bene, o ci sono problemi anche con i lander?

Insomma, sono sincero: questo patto federale “a piramide”, formato da più di ottomila soggetti, secondo me è una vera e propria dichiarazione di guerra al buon senso e all’onestà intellettuale. Non volete cambiare niente e volete continuare a tenere tutto il potere a Roma? Ma allora ditelo, senza fare perdere tempo alla gente e senza inventarvi un “federalismo” senza né capo né coda.

D’altro canto l’intenzione di strumentalizzare la parola magica “federalismo” mi pare evidente fin dal primo articolo. Pensateci bene: una Repubblica federale non può avere che un ordinamento federale. Qui invece siamo in presenza di una Repubblica che non vuole essere una Repubblica federale ma che si vuole dare un ordinamento federale. Solo a Roma sono capaci di inventarsi cose del genere, probabilmente perché solo in Italia la gente accetta acriticamente tutto e il contrario di tutto. In questa Italia i detentori del potere hanno sempre ragione, purché non si dimentichino le raccomandazioni per i nostri figli, e l’assistenza, e la beneficenza, e il perdono per i delinquenti, naturalmente “purché pentiti”. Sono cose assurde, incredibili. Che vergogna vivere in un Paese che ragiona in questo modo e che accetta queste cose e dove tutti sentono il bisogno di avere uno o più santi in paradiso! La Lega Nord e i cittadini si aspettavano di discutere “l’ordinamento della Repubblica federale”, mentre i detentori del potere hanno il coraggio  di proporci un incredibile “ordinamento federale” di una Repubblica che però non è e non vuole essere una Repubblica federale.

Adesso guardate nella tabella quel gioiello dell’articolo tre. La legge dello Stato si prenderà la briga di stabilire il numero minimo degli abitanti dei Comuni, e questo principio lo mettono addirittura nella Costituzione, accanto a quell’altro che prevede che, bontà loro, se dei Comuni decidono di associarsi per realizzare dei progetti comuni, lo possono fare.

La Lega Nord ha già depositato alcune modifiche ai primi tre articoli.

Testo proposto dal Gruppo Lega Forza Nord per l’Indipendenza della Padania (aggiornato al 4 Novembre 1999):

Articolo 1:

La rubrica del titolo V della Costituzione è sostituita dalla seguente: “Titolo V – Ordinamento della Repubblica federale”

Articolo 2:

L’articolo 114 della Costituzione è sostituito  dal seguente: “ART. 114 – La Repubblica federale è costituita dalle Regioni, che liberamente aderiscono al patto federale. Gli Statuti delle Regioni che aderiscono al patto federale devono prevedere principi che inquadrino e limitino il potere di tassazione, che riconoscano e tutelino l’impresa, limitino la presenza dello Stato nell’economia, regolamentino il diritto di sciopero, garantiscano la concorrenza, l’indipendenza dell’informazione pubblica e la libertà di stampa, e diano piena applicazione al principio di sussidiarietà. In forza del principio di sussidiarietà gli interessi della collettività devono essere curati dagli enti più vicini alla persona e al cittadino, lasciando all’autonoma iniziativa  dei cittadini lo svolgimento di tute quelle attività di interesse pubblico che possono essere assicurate in modo adeguato ed efficiente”.

Articolo 3

L’articolo 115 della Costituzione è sostituito dal seguente: “ART. 115 - Tutte le Regioni che aderiscono al patto federale disciplinano liberamente la loro articolazione territoriale, nel rispetto delle entità storiche e sociali, primariamente riconoscibili nel soggetto comunale”. 

In sintesi, noi raccomandiamo: 1) di costituire una vera e propria Repubblica federale, perché altrimenti non si fa altro che prendere in giro la gente, utilizzando a vanvera e strumentalizzando la parola federalismo; 2) i soggetti sono le Regioni, che “liberamente aderiscono al patto federale”; 3) le Regioni a casa loro devono potersi organizzare come vogliono, perché ognuno deve essere padrone a casa sua, con il vincolo di rispettare quei “principi fondamentali”, condivisi da tutti e di cui abbiamo parlato nell’articolo precedente, pubblicato il 7 novembre scorso.

(Leggi l'articolo: Legge sul Federalismo; SONO BEN POCHE LE TRACCE DI FEDERALISMO; Federalismo: nodi al pettine)