Giustizia Italiana
Ho sentito dire in TV dal ministro Alfano che “Dal 2004 al 2008 sono stati bruciati 850mila processi per effetto della prescrizione”. Ma è possibile? Se è davvero vero io mi vergogno di essere italiana. E perché lei non dice niente di queste cose? Rosalia Alto (Da "Di Tutto"- n°46)
Ha ragione tre volte: a essere incavolata nera, a vergognarsi di essere italiana, e a farmi notare che non ho mai parlato di come non funzione la Giustizia nel nostro paese. Provo a rimediare.
Cominciamo con i numeri. Il giornale La Stampa il 23 Novembre ha pubblicato un articolo intitolato “Nove milioni di processi da smaltire” che comincia con questa parole: “L’Italia è peggio di Angola, Gabon e Guinea. A Roma ci sono più avvocati che nell’intera Francia”. L’articolo è pieno di numeri e confronti da far venire il cimurro. Gliene dico uno solo: “Quanto ai reati più gravi, come omicidio, rapimento, ecc in Italia i procedimenti giacenti alla fine del 2006 erano 1.204.151 nel primo grado, mentre in Inghilterra 70.610, in Germania 287.223 e in Spagna 205.898”.
Veniamo alle prescrizioni. Qui c’è una delle due facce del problema. L’articolo de La Stampa dice “Quanto alle prescrizioni, nel 2007 hanno raggiunto la cifra record di 209.779 declaratorie… Qualche giorno fa (il 19 novembre) il ministro Alfano ha diffuso un dato un po’ più basso: vanno in prescrizione 170 mila processi all’anno. In ogni caso è un’amnistia di massa, ma solo per chi ha quattrini da elargire agli avvocati.”
Solo due parole per chiarire cosa è questa storia delle prescrizioni. I professoroni scrivono che “è l'istituto che risponde a un principio di economia dei sistemi giudiziari in base al quale lo stato rinuncia a perseguire l'autore di un reato quando dalla sua commissione sia trascorso un periodo di tempo giudicato eccessivamente lungo”. Funziona così: uno ruba, il processo va piano, e a un bel momento se da quando ha rubato “è passato un periodo di tempo eccessivamente lungo” lo stato rinuncia a perseguirlo, il processo non si fa e buonanotte ai suonatori. Ci sono montagne di libri e eserciti di professoroni che giustificano questo istituto. A me non piace per niente. Se i processi vanno piano in teoria l’ASM (l’associazione nazionale dei magistrati) dovrebbe beccare i presidenti dei tribunali e/o i magistrati responsabili e fargli pagare multe salatissime. Ma i processi dovrebbero comunque essere sempre svolti. Non lo dico perché in questi giorni a Roma dopo la bocciatura del lodo Alfano se ne vedono e se ne sentono di tutti i colori. Lo dico e lo scrivo da anni. Il 21 Giugno 2001 a Montecitorio si discuteva la fiducia al governo Berlusconi ed ecco la mia dichiarazione. La trova negli stenografici della Camera : “….chiedo a lei e al suo saggio guardasigilli, Roberto Castelli, di investire molto sui meccanismi necessari per accelerare lo svolgimento dei processi. È necessario che nel nostro paese i processi siano sempre celebrati in tempi ragionevoli, che gli innocenti siano completamente scagionati per il risultato di un giudizio e non grazie ad un'amnistia o ad una cervellotica prescrizione dei termini e che i delinquenti non vivano tranquilli in attesa di processi che non si celebrano mai, ma vadano in galera e ci restino finché non hanno pagato i loro debiti con la società”.
Nel 1996 i processi conclusi con sentenza di non luogo a procedere per prescrizione dei termini erano stati “solo” 56.486. Erano già tantissimi allora, e adesso il numero si è quadruplicato. E sa perché? Perché questa è diventata la “strategie difensiva” per eccellenza. Non importa se sei innocente o colpevole: la strategia difensiva migliore è quella di puntare alla prescrizione. Solo per questo motivo bisognerebbe cambiare l’articolo 157 del codice penale e rendere molto più difficile l’ipotesi di “prescrizione”. Invece si è fatto e si continua a fare esattamente il contrario. Anche in questi giorni.
Ma questa è solo una faccia della moneta. Il nostro, diciamoci la verità, per molti versi è uno stato di diritto solamente in teoria. Per molti versi il nostro continua a essere uno stato etico. Scrive Piero Ostellino nello splendido libro “Lo stato canaglia. Come la cattiva politica continua a soffocare l’Italia” (Rizzoli. Marzo 09) che “i processi sono incredibilmente lunghi perché la sentenza di condanna di un tribunale è sempre assimilata alla verità e l’assoluzione dell’imputato , sempre, alla sconfitta dello stato. Lo stato etico è autoritario e giustizialista per sua stessa natura”. Questo significa che la strategia difensiva finalizzata alla “prescrizione dei termini” a volte non rappresenta la faccia disonesta di pessimi professionisti, ma un vero e proprio tentativo di disperata “legittima difesa”.
Ma anche per questo c’è la soluzione. Nella Confederazione Svizzera c’è un solo codice civile e un solo codice penale, ma le procedure le decidono i Cantoni, che scelgono anche i giudici. Risultato: la giustizia è veramente vicina ai cittadini. Ecco perché lì i processi civili di solito terminano nel giro di qualche mese , sono pochissime le cause che durano più di due anni, e le prescrizioni per decorso dei termini sono quasi inesistenti. Questo è il federalismo signora. Anche per questo la Repubblica italiana deve diventare la Repubblica federale italiana.