Lettera a Franco Frattini: l'Italia negazionista

Buon giorno Franco, sono Pagliarini,

Come sai il 24 Aprile è la data della commemorazione del genocidio del popolo armeno: quel giorno tutti gli armeni, in ogni parte del mondo, si stringeranno ancora una volta nel ricordo del milione e mezzo di vittime del Genocidio perpetrato dalla Turchia nel 1915.

 Nell’Allegato 1 puoi vedere il lungo elenco di chi ha riconosciuto il genocidio, Italia compresa. Come vedi sono tanti. Tuttavia, purtroppo,  l’assurda  e per me assolutamente illogica e incomprensibile  politica “negazionista” di Ankara continua.

Sto per portare in tipografia un piccolo volume nel quale racconto la storia del riconoscimento del genocidio che abbiamo votato il 17 Novembre a Montecitorio. Distribuiremo questo libretto  il giorno 24 nel corso delle varie manifestazioni che i nostri concittadini di origine armena stanno organizzando in tutta Italia (http://ebookbrowse.com/24-aprile-non-lasciamoli-soli-pdf-d68647472 ).

Ti devo dire che l’idea di scrivere questo piccolo volume mi è venuta dopo aver letto la  dichiarazione esposta qui di seguito fatta dal nostro ambasciatore ad Ankara, Carlo Marsili (fonte: blitzquotidiano del 12 Marzo)

“L’Italia non fa parte di quei Paesi che riconoscono come «genocidio» i massacri di armeni avvenuti tra il 1915 e il 1917 ai tempi dell’impero ottomano. È quanto si legge in un comunicato diffuso oggi dall’ambasciata d’Italia ad Ankara a precisazione di quanto riferito oggi da un’emittente Tv turca che ha inserito l’Italia nella lista dei Paesi che riconoscono ufficialmente il genocidio.

Nel comunicato è detto inoltre che la notizia riferita dalla Tv «non corrisponde a verità » e si ricorda che il Parlamento italiano, in una risoluzione adottata il 17 novembre 2000, ha impegnato il governo a «adoperarsi per il completo superamento di ogni contrapposizione tra popoli e minoranze diverse nell’area al fine di creare le condizioni, nel rispetto dell’integrità territoriale dei due Stati (Turchia e Armenia), per la pacifica convivenza e la corretta tutela dei diritti umani nella prospettiva di una più rapida integrazione della Turchia e dell’intera regione nell’Unione europea

La Tv turca ha immediatamente ripreso la smentita, chiudendo così la vicenda.”

Il punto è che quel testo lo conosco piuttosto bene, dato che l’ho scritto io. La Camera dei Deputati aveva previsto che per contribuire al raggiungimento dell’obiettivo del “completo superamento di ogni contrapposizione tra popoli e minoranze diverse nell’area” il governo non poteva fare tutto quello che gli pareva, ma doveva (e per quanto mi risulta dovrebbe ancora oggi) agire “in coerenza” con tre principi chiaramente indicati nella risoluzione approvata dalla Camera dei Deputati. Che erano questi:

  1. Il governo doveva  invitare la Turchia al riconoscimento del genocidio ai danni della minoranza armena, commesso anteriormente allo stabilimento della moderna Repubblica turca.

Scusa Ministro, è ovvio che se la Camera dei Deputati impegnava il governo ad invitare la Turchia al riconoscimento del genocidio vuol dire che la Camera dei Deputati riconosceva il genocidio, non ti pare? Ti voglio anche ricordare che è in atto in Turchia una forte contrapposizione fra il governo e il cosidetto “stato profondo”.

I riconoscimenti del genocidio armeno da parte dei vari stati possono contribuire all’evoluzione democratica della stessa Turchia, dove molta parte della popolazione è propensa a togliersi di dosso un peso non più sopportabile.

Se la preoccupazione tua e del governo è quella di non irritare la Turchia perché ne andrebbero di mezzo le nostre commesse industriali e commerciali ti ricordo che, all’indomani del riconoscimento del genocidio da parte della Francia la reazione turca è stata immediata e la trovi descritta e documentata nel capitolo n°3, ma  oggi tutto è stato superato e fra la Francia e la Turchia le relazioni economico-commerciali sono riprese addirittura con maggior vigore.

Mostrarsi fermi rende e fa onore a chi ne ha il coraggio e ciò varrà sempre di più in futuro, vista la situazione della Turchia odierna in bilico fra Est e Ovest.

  1. Doveva invitare la Turchia a migliorare le relazioni con tutti i vicini del Caucaso, come proposto dallo stesso Governo turco;
  2. Doveva invitare la Turchia ad avviare un dialogo con l’Armenia, segnatamente al fine di ristabilire relazioni diplomatiche e commerciali normali tra i due paesi e di togliere il blocco attualmente in vigore.

Ieri ho chiesto una spiegazione al nostro ambasciatore, che gentilmente che mi ha risposto subito con un testo molto “istituzionale":

"Caro Onorevole Pagliarini,

La ringrazio per la Sua lettera in data odierna. La precisazione dell'Ambasciata ad Ankara rispetto ad una notizia non correttamente enunciata da parte di una emittente televisiva turca é stata doverosa, e naturalmente d'intesa con il Ministero degli Esteri. Personalmente ritengo che la risoluzione del 16 novembre 2000 da Lei firmata insieme, tra gli altri, ai miei amici Selva e Rivolta, sia stata profetica nell'impegnare il Governo ad adoperarsi per  una pacifica convivenza tra Turchia e Armenia, che i recenti sviluppi ci inducono con nostro vivo compiacimento a ritenere presto raggiungibile. 

Molto cordialmente,

CARLO MARSILI" 

In pratica l’Ambasciatore Marsili mi scrive che una televisione turca aveva dato una notizia sbagliata: si trattava dell’inserimento dell’Italia nella lista dei paesi che riconoscevano ufficialmente il genocidio. Il punto è che, come ti ho appena dimostrato, quella la notizia non è per niente sbagliata perché la Camera dei Deputati il 17 Novembre ha riconosciuto il genocidio. Te l’ho appena dimostrato, tuttavia se ti interessano altri dettagli li trovi nell’Allegato 1, nel capitolo 10  “In aula il 17 Novembre 2000” trovi anche la sintesi di tutti gli interventi: come vedi il genocidio viene riconosciuto, al di là di ogni dubbio.

L’Ambasciatore Marsili scrive anche che la sua dichiarazione è stata scritta  “naturalmente d'intesa con il Ministero degli Esteri”. Questo è giusto e logico, ma a questo punto devo chiederti , e mi spiace farlo, come è possibile che alla Farnesina  ci sia qualcuno così sprovveduto?

Franco, questa mail è già inserita tra gli allegati del primo capitolo del libretto che pubblicheremo per il 24 Aprile. Ti chiedo fin da adesso il permesso di inserire tra gli allegati anche la tua risposta e sono sicuro che mi eviterai di dover scrivere che “purtroppo il Ministro non ha ritenuto di rispondere alla mia richiesta di spiegazioni”.

Intanto ti saluto con la più viva cordialità

Giancarlo Pagliarini