Atene rinunciò per non rovinare il popolo con le tasse
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PUBBLICATO su LaPadania - 19 GIUGNO 1998
Ringrazio il presidente dell’Assolombarda, sia perché vedo che legge la Padania, sia per la lettera costruttiva che ci ha mandato, sul cui contenuto penso sia utile precisare quattro cose.
1. Ho letto con molta attenzione la relazione di Fossa all’Assemblea annuale di Confindustria del 21 Maggio e quella di Benedini all’Assemblea di Assolombarda del 2 Giugno. Se dovessi dare un voto da 0 a 10 la Confindustria di Roma prenderebbe un 3 e l’Assolombarda di Milano, che è un’altra cosa, un 6. Ma adesso devo spiegare perché.
2. Nell’articolo ho citato e commentato solamente il testo romano, e mi pare di aver spiegato molto chiaramente i motivi della mia delusione per quello che ha detto Giorgio Fossa. Aggiungo che tutte le persone con cui ho discusso il contenuto del documento di Confindustria sono deluse come e ancora più di me.
3. Il testo di Assolombarda è decisamente migliore. Per esempio, Assolombarda evidenzia che “le infrastrutture non sono una nota dolente solo per il Sud”, fa delle proposte, e soprattutto non chiede «una riduzione strumentale nel Mezzogiorno del carico fiscale», come invece fa Confindustria, senza precisare chi dovrebbe pagare le nuove imposte che sarebbero necessarie per far finanziarie delle tasse e degli oneri sociali nel Mezzogiorno.
4. Nell’articolo non ho commentato quello che secondo me sono i punti deboli del testo di Assolombarda. Lo faccio adesso, stimolato dalla lettera del Presidente, e lo faccio senza peli sulla lingua, come ritengo sia giusto fare tra vecchi amici che si stimano.
- Pagina 1 «siamo qui col Presidente di quel Governo che ha portato in Europa il nostro paese». Che l’Ulivo si autoincendi è grave. Tuttavia questo è un comportamento comprensibile. Che invece Assolombarda incensi l’Ulivo assecondando le sue bugie non mi sembra logico. Insomma, signori, non è per niente vero che il Governo Prodi ha “portato l’Italia in Europa”. L’Italia in Europa c’è dalla fine degli anni 50, da quando è stato firmato il trattato di Roma. Oggi c’è l’Unione Europea (Ue) di cui fanno parte 15 Stati. Di questi 15 Stati, 11 hanno chiesto di aderire anche all’Unione Monetaria (Um). Ma ci sono 4 Stati che sono in Europa, che fanno parte dell’Ue, ma che non fanno parte dell’Um. Sono il Regno Unito, la Svezia e la Danimarca, che per il momento hanno chiesto esplicitamente di non aderire. E poi c’è la Grecia, che avrebbe potuto entrare nell’Um molto facilmente: avrebbe dovuto semplicemente aumentare le tasse, come ha fatto il Governo Prodi. Ma la Grecia ha preferito non farlo, rendendosi conto che una eccessiva fiscale avrebbe frenato lo sviluppo e diminuito la competitività delle sue imprese. Così la Grecia saggiamente è rimasta fuori dall’Um, pur avendo un miglior rapporto debito/Pil (108 contro 121), meno disoccupati (10,3 contro 12,1), una pressione fiscale ufficiale significativamente minore (31,8 contro 45) ed altri paramenti migliori di quelli della Repubblica italiana. La Grecia ha fatto esattamente risolvere quello che non abbiamo raccomandato per tanti anni di fare per risolvere i problemi del Mezzogiorno. La nostra raccomandazione potrebbe essere accolta anche oggi, e finora nessuno ci ha dimostrato che questo progetto non funziona sul piano economico o che in esso vi sono tracce di razzismo, di egoismo o di mancanza di solidarietà.
- Sempre a pagina 1 del documento Assolombarda, c’è scritto che per noi milanesi l’unità della nazione ha prima di tutto un profondo contenuto ideale ed etico. Calma. Questo è sicuramente vero per molti milanesi, che io stimo e rispetto. Ma questo non è sicuramente vero per tanti altri milanesi, per i quali io reclamo il diritto alla stessa stima e allo stesso rispetto. Tra questi c’è la nonna Carlotta citata nel titolo dell’articolo. La nonna si chiamava Carlotta Bonomi, e i suoi fratelli hanno costruito una parte significativa della Milano di prima della guerra. Dunque in quel “noi milanesi” citati dal Presidente dell’Assolombarda ci sono sicuramente dentro a pieno diritto la nonna Carlotta e tanti altri milanesi che la pensano come lei. Ebbene, io ho passato l’infanzia con la nonna, la vedevo tutti i giorni, e ricordo benissimo quando mi diceva che «sotto il Po bisognerebbe costruire un muro alto così». Vi assicuro che la nonna Carlotta e per tantissimi altri milanesi l’unità nazionale non ha mai avuto nessun “profondo contenuto ideale ed etico”. Anzi tutt’altro: per molti questa Italia è una cosa illogica, irrazionale e che danneggia tutti! Per questo motivo chiedo al Presidente Benito Benedini, che io stimo e rispetto, di considerare e rispettare anche quelli che non la pensano come lui, senza per questo essere razzisti o dei milanesi di serie B. Dopo questa pessima partenza, che ho sentito con le mie orecchie, la relazione del Presidente di Assolombarda ha preso un ritmo milanese, meno servile, e alla fine non sono mancati i miei applausi.
E concludo con la solita sfida, che spero sia raccolta da Assolombarda: in Padania siamo in tanti ad essere convinti che l’adesione dell’Italia unita all’Unione Monetaria ottenuta senza risanare niente ma per il 67% con l’aumento della pressione fiscale e per il 30% grazie al fatto che i tassi di interesse sono diminuiti in tutto il mondo (se fossero aumentati in tutto il mondo sarebbero aumentati anche in Italia) non sia per niente nell’interesse delle imprese Lombarde organizzi preso un incontro pubblico su questo argomento, e che oltre ai rappresentanti del Polo romano (di cui fanno parte tutti i partiti, da An a Rifondazione comunista) inviti anche almeno un rappresentante del Polo Padano.