Pressione fiscale

  • Stampa

Francesco Giavazzi ha scritto sul Corriere della Sera del 26 Agosto che la pressione fiscale “vera” subita da quelli che non evadono è immensamente superiore a quella ufficiale. Ma il Governo continua a dirci che le nostre tasse sono in linea con la media europea. Mi può spiegare come stanno le cose in realtà? La ringrazio.

La verità è che non siamo per niente in linea con la media europea. La  pressione fiscale vera subita da quelli che non evadono è realmente la più alta d’Europa, di tutti i paese membri dell’OCSE e molto superiore a quella ufficiale. Lo hanno ricordato Giavazzi e Panebianco in questi giorni sul Corriere, e già nel Dicembre 1997, anche su mio stimolo, l’istituto di ricerca del Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti aveva pubblicato uno studio intitolato “Pressione fiscale corretta calcolata depurando il PIL ufficiale dalla componente sommersa”. Quello della pressione fiscale “ufficiale” è un numero che i detentori del potere continuano a sbandierare perché  è  il loro alibi per non ridurre tasse e spesa pubblica. E vedo che ci credono in molti. Ricordo che persino la bravissima Milena  Gabanelli Domenica 10 Maggio 07  all’inizio di una trasmissione di Report sulle banche di San Marino  aveva detto che la pressione fiscale italiana è “in linea” con la media dell’Unione Europea.  Non è vero. Non è assolutamente vero! Questa è la verità ufficiale, ma  la sostanza è molto diversa.

Provo a spiegare  come funziona questo meccanismo infernale.

Dai documenti ufficiali risulta che nel nostro paese la pressione fiscale nel 2006 era stata del 42,3% del PIL.  Infatti il PIL quell’anno è stato di 1.475 miliardi di euro, tutte le imposte e tasse 432 miliardi e i contributi sociali 192. Totale 624; diviso il PIL di 1.475 miliardi uguale a 42,3%. In linea con la media dei paesi membri dell’Euro, che nel 06 era  stata di 41,7.  Dunque dalle statistiche ufficiali risulta che nel 06 una persona che lavorava nel nostro paese e che guadagnava 100 Euro ne dava 42,3 alle pubbliche amministrazioni e , bontà loro, si poteva tenere  il resto.

Ma c’è un particolare: quando calcola il PIL, che rappresenta la ricchezza generata in un anno nel nostro paese, l’ISTAT inserisce anche una stima del “nero”, dell’economia sommersa. Questo è giusto, perché sarà “sommersa” ma è pur sempre una ricchezza che viene prodotta in Italia. L’economia sommersa inclusa nel PIL del 06 ai fini di questo calcolo era di circa il 18%. Parliamo di economia sommersa: dunque quelli che si mettono in tasca questo 18% non pagano le tasse, o le pagano parzialmente, perché anche un evasore totale quando va in un negozio o al ristorante paga l’IVA. Questo significa che la pressione fiscale reale dell’anno 06 non era 42,3% (624 miliardi sul PIL di  1.475). Ma era addirittura di 51,5% (624 miliardi su 1.210, che è il  PIL generato da quelli che pagano le tasse:  1.475 di PIL ufficiale meno il 18% degli evasori). Una cifra veramente enorme, che ha senso solo in un paese non dotato di una vera costituzione federale nel quale lo stato centrale vuole pensare a tutto. Ma proprio a tutto: dagli asili nido ai teatri, dalle pensioni al tempo libero,  dall’ordine pubblico alla sanità, dalle università alla ricerca scientifica, dalla cultura al lavoro, ai matrimoni,  alle sepolture eccetera.

Ecco qualche dato. Nel 1980 la pressione fiscale era del 31,4% e l’anno successivo del 31,1% . Bei tempi! Poi socialisti e  cattocomunismi si sono scatenati. Nei 26 anni dal 1980 al 2006  l’anno con il maggior aumento percentuale sull’anno precedente è stato il 1982: da 31,1 siamo passati a 34,1 con un aumento del 9,7% sull’anno precedente. La barriera del 40 per cento è stata superata nel 1992. L’anno più virtuoso, quello con la maggiore diminuzione sull’anno precedente, è stato il 1994 quando siamo scesi da 42,9 a 40,8: la diminuzione è stata del 4,9% e ne sono orgoglioso: a quei tempi ero ministro e nelle conferenze stampa Berlusconi mi chiamava “Tagliarini”.  Nel 1997 abbiamo raggiunto quota 43,7 (l’anno dell’eurotassa) e quello, fin’ora, è stato l’anno peggiore, ma da quello che vedo temo che tra poco supereremo il record del 1997. Al 31 Dicembre 2008 la lancetta si era fermata a quota 42,8.

Adesso confrontiamo la situazione dell’Italia con il resto d’Europa. Nel 06 i paesi con la pressione più alta (dopo di noi) erano la Svezia (50,2) e la Danimarca (49,5). Francia 46,1. Germania 40,5. Regno Unito 38,2. Spagna 37,5 .

Perché abbiamo una pressione fiscale così alta? La risposta è semplice: la nostra pressione fiscale è così alta perché dobbiamo “mantenere” una Pubblica Amministrazione enorme, grandissima, e che vuole cacciare il naso dappertutto.

Lo Stato italiano ed i suoi enti  spendono , per assistenzialismo, sprechi, aiuti agli amici degli amici e per pagare gli stipendi di una struttura ogni anno più “pesante”, soldi che incassano con le tasse e con i contributi sociali, oppure aumentando il debito pubblico. Ma i soldi delle tasse che diamo allo Stato e quelli che, per risparmiare, investiamo in titoli dello Stato potrebbero sicuramente  essere impiegate in attività più rivolte al futuro,  molto più efficienti ed utili per i cittadini  e capaci di generare ricchezza, lavoro e sviluppo.