MILÀN - L’Italia ha detto “no” alla riforma costituzionale voluta, scritta e votata dalla Casa delle Libertà. A poche ore dal risultato referendario diventa obbligatoria una riflessione. «È stato dimostrato, ancora una volta, che esistono due Italie - spiega il consigliere comunale di Milano, Giancarlo Pagliarini - l’Italia che lavora e che mantiene, e l’Italia che è mantenuta». 

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Quando ero assessore con Albertini ricordo che ben più della metà del tempo lavorativo della Giunta non era dedicato allo studio delle "cose da fare" per la città, ma era dedicato alla ricerca di soldi. Negli ultimi anni Milano ha dovuto vendere le sue farmacie comunali e un bel po’ delle sue azioni della Aem. 

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Pochi giorni fa il Sole 24 Ore e la PriceWaterhouseCoopers hanno presentato in un affollato convegno lo “stato dell’arte” degli IAS (international accounting standards) che le società quotate nelle borse italiane devono rispettare quando pubblicano i loro bilanci consolidati. In questo modo è più agevole confrontare i risultati dei gruppi quotati nelle nostre Borse con quelli delle società quotate in tutte le Borse dell’UE e di un centinaio di altri Paesi.

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MILÀN - Domani è festa grande a Reggio Emilia. Il prestigioso hotel Posta che ha visto passare grandi eventi della storia non solo emiliana, ospiterà il congresso nazionale del Movimento Giovani Padani dell’Emilia. Tra gli ospiti, oltre al ministro Roberto Castelli, anche Giancarlo Pagliarini che parlerà di Federalismo fiscale. Lo abbiamo ascoltato in anteprima.

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MILÀN - Infrastrutture come strumenti di sviluppo economico e sociale. Se ne è discusso a Milano, nella sede dell’Assolombarda. E a chi aveva accusato la società “Infrastrutture lombarde”, interamente controllata dalla Regione Lombardia - nata nel 2003 per dare attuazione al piano straordinario per lo sviluppo delle infrastrutture lombarde 2002-2010 - che ha organizzato il convegno, di essere un’altra Iri, ma questa volta lombarda, il presidente della regione Roberto Formigoni ha risposto elencando successi e dati.

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Parte prima

Venerdì 27 Gennaio in uno dei gruppi di lavoro del convegno che il World Economic Forum organizza ogni anno  a Davos,  il Presidente della Banca Centrale Europea  Jean-Claude Trichet , il Ministro Giulio Tremonti, l’economista Nouriel Roubini ed altri hanno discusso del futuro dell’Unione Monetaria (UM qui di seguito). Gli organizzatori, un pò maliziosamente, avevano chiesto ai membri del “panel” di rispondere a domande di questo tipo: l’UM ha un futuro? Quali sono le prospettive del patto di crescita e stabilità? In caso di crisi quale sarà lo Stato membro che uscirà per primo dall’Euro? E così via.

Caro direttore, nel 2006 si parlerà molto di banche e di mercato finanziario. Nei primi mesi avremo ancora notizie e sorprese molto brutte perché non abbiamo ancora toccato il fondo, ma anche questo servirà per costruire una nuova prassi, più civile, responsabile e traspar ente. Il problema è grosso. 

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Ciao Diretur

il tuo collega Federico Rampini ha appena pubblicato un libretto molto interessante. Titolo: “Capitalismo opaco”. Editore Laterza. Prezzo 10 Euro. Tra le altre cose cita il rapporto annuale di Mediobanca dal quale risulta che nel 2004 le grandi imprese italiane hanno fatto profitti strepitosi. Qualcosa come 28 miliardi di Euro. Un record assoluto. Uno legge questa notizia e si domanda “Ma come è possibile che i conti della Stato vadano male, che in giro si sente di tante imprese che chiudono e di tanta gente che non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, e intanto le imprese di grandi e medie dimensioni fanno gli utili più alti della loro storia”.

Recentemente Bobo Maroni  ha dichiarato “Il contratto elettorale è stato adempiuto, ora c’è la possibilità di stipularne uno nuovo, che va negoziato ex novo per la prossima legislatura” (La Stampa Lunedì 21 Novembre). Sono assolutamente d’accordo con Maroni, e vorrei dire due cose. Primo: magari sbaglio, ma  sono pronto a scommettere che la Lega farà ancora un accordo con il Polo. Secondo: se proprio “dobbiamo” farlo secondo me è assolutamente necessario che prima vengo firmato, controfirmato e reso pubblico il testo della legge di riforma che faccia almeno cominciare il processo di federalismo fiscale. 

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Leggo sul Secolo XIX di Mercoledì 12 Aprile che il Senatore Coviello ha commentato con ironia il convegno organizzato dal Polo e dalla Lega Nord a Teano con le parole “Proprio Pagliarini nel 1994 cancellò i benefici fiscali per il Sud. Ora tentano di rimediare?”. Anche l’Unità, lo stesso giorno, ha scritto che “..l’allora ministro Pagliarini firmò l’accordo sull’abolizione degli sgravi contributivi e della fiscalizzazione degli oneri sociali per il Mezzogiorno”. Sempre l’Unità, il 30 Marzo aveva scritto che “…il leghista difese così male gli interessi delle aziende del Sud che l’Unione Europea tolse gli incentivi”.