Quello che la Lega ha fatto per il Sud

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Pubblicato su LaPadania - 16 Aprile 2000

Leggo sul Secolo XIX di Mercoledì 12 Aprile che il Senatore Coviello ha commentato con ironia il convegno organizzato dal Polo e dalla Lega Nord a Teano con le parole “Proprio Pagliarini nel 1994 cancellò i benefici fiscali per il Sud. Ora tentano di rimediare?”. Anche l’Unità, lo stesso giorno, ha scritto che “..l’allora ministro Pagliarini firmò l’accordo sull’abolizione degli sgravi contributivi e della fiscalizzazione degli oneri sociali per il Mezzogiorno”. Sempre l’Unità, il 30 Marzo aveva scritto che “…il leghista difese così male gli interessi delle aziende del Sud che l’Unione Europea tolse gli incentivi”.

Come regola non mi prendo mai la briga di rispondere alle stupidate che ogni tanto qualcuno dice o scrive sul mio conto, ma questa volta lo devo proprio fare, perché il bersaglio di queste affermazioni non sono io, ma la buona fede del Polo e della Lega Nord per quanto riguarda la necessità di combattere la disoccupazione e di accelerare lo sviluppo delle Regioni del Mezzogiorno.

Vi chiedo di leggere qui di seguito come sono andate le cose. Poi valutate voi se la Lega Nord quando era al governo ha veramente “difeso così male gli interessi delle aziende del Sud che l’Unione Europea tolse gli incentivi”, come ha scritto l’Unità.

Il Governo Berlusconi aveva trovato questa situazione:

1          La fiscalizzazione degli oneri sociali per le imprese del Mezzogiorno era prevista solo da decreti che venivano reiterati ogni due mesi e che il Parlamento non aveva mai approvato: in questo modo gli imprenditori del Sud non erano in grado di pianificare i loro costi per più di due mesi.

2          L’Unione Europea non aveva mai approvato la fiscalizzazione degli oneri sociali ed aveva aperto una procedura di infrazione contro l’Italia che avrebbe avuto queste conseguenze:

  • Le imprese avrebbero dovuto restituire i soldi che avevano percepito “illegalmente” (illegalmente, naturalmente, dal punto di vista dell’Unione Europea).
  • In caso contrario la procedura di infrazione avrebbe avuto la conseguenza che l’Unione Europea avrebbe trattenuto le somme dovute a qualsiasi titolo allo Stato italiano fino a restituzione avvenuta.
  • Inoltre l’Italia avrebbe dovuto pagare una salatissima multa (tipo quote-latte, per intenderci)
  • Infine, dato che era in atto una procedura di infrazione, l’Unione Europea aveva bloccato tutti gli altri aiuti al Sud. Ve ne ricordo qualcuno: la legge 488 del 1992, il residuo della vecchia 64 del 1986, eccetera eccetera, fino al “Quadro Comunitario di Sostegno, che prevedeva circa 30.000 miliardi ( di cui 20.000 destinati alle industrie) per il Mezzogiorno, oltre ai cofinanziamenti nazionali, per il periodo dal 1994 al 1999.

Ho portato questi problemi in Consiglio dei Ministri. Ne abbiamo discusso a lungo e come risultato abbiamo preparato il Decreto Ministeriale 5 Agosto 1994 intitolato “Nuovo regime degli sgravi degli oneri sociali nei territori del Mezzogiorno”, che abbiamo fatto firmare a Mastella, dato che era lui il ministro del lavoro, con il concerto mio e di Dini.

Con quel Decreto, il cui contenuto non era definitivo perché doveva essere negoziato e concordato con l’Unione Europea, abbiamo tentato di ottenere per le aziende del Mezzogiorno delle cose che gli “addetti ai lavori” consideravano difficilissime. Quasi impossibili. Si trattava di questo:

  • Di far “digerire” all’UE gli sgravi contributivi di cui le imprese del Sud avevano beneficiato fino a quel momento ma che Bruxelles non aveva mai approvato,
  • Di ottenere, come risultato della regolarizzazione, di non far avere nessun problema agli imprenditori per il passato e non far pagare nessuna multa all’Italia. Si fosse seguito il “metodo Pagliarini” anche per le quote latte probabilmente gli allevatori ed il paese avrebbero avuto molti problemi in meno!
  •  Di sbloccare tutti gli altri aiuti al Mezzogiorno che Bruxelles aveva bloccato in seguito alla procedura di infrazione. Per la cronaca, si trattava, tra l’altro a) di consentire l’avvio della legge 488, che ancora oggi è considerata un’ottima legge è che è stata sbloccata dal Governo Berlusconi e da “quel leghista di un Pagliarini”, b) di un significativo residuo di aiuti previsti dalla vecchia legge numero 64 del 1986 (si trattava di 11.000 miliardi decretati ma non erogabili), e c) di far partire altre leggi che Bruxelles aveva bloccato, come quella sugli aiuti automatici, come quella sul fondo di garanzia e sconto di interessi per le Piccole e Medie Imprese, e come quella relativa alle nuove procedure per l’imprenditorialità giovanile (legge 44), eccetera. Inoltre grazie a quella regolarizzazione è stato possibile impostare i “patti territoriali”  e c’è stato il tanto atteso via libero ai 30.000 miliardi di  aiuti comunitari.
  • Infine, e questo era un vero “salto senza rete” abbiamo provato ad inserire nel decreto una fiscalizzazione di oneri sociali per altri tre anni, con una loro riduzione progressiva. Lo sgravio sarebbe stato del 14,6 per cento dal 1 Luglio al 30 Novembre 1994, del 14 per cento l’anno successivo e del 10,6 per cento fino al 30 Novembre 1996. Lo avevo fatto perché avevo parlato con tanti imprenditori e mi ero reso conto che un’interruzione immediata del beneficio della riduzione dei contributi sociali, illegale, non consentita dall’Unione Europea, ma di cui le aziende avevano beneficiato fino allora, e su cui avevano fatto conto, avrebbe avuto effetti dirompenti sulla stessa esistenza di molte imprese.

Se non fossimo riusciti a far approvare quel nostro decreto a Bruxelles, non ci sarebbe più stata nessuna fiscalizzazione di oneri sociali,  tutti gli altri aiuti sarebbero rimasti bloccati, avremmo dovuto pagare le multe eccetera.

Posso assicurarvi che quella trattativa è stata veramente durissima, perché Karel van Miert era veramente un “osso duro”, intelligente e preparatissimo. Però con lui si lavorava bene perché era un professionista: si andava subito al cuore delle cose senza perdere tempo e mettendo sul piatto con onestà e guardandosi negli occhi i problemi, le proposte, i vantaggi e le controindicazioni.  Il mio vantaggio era che non trattavo per difendere gli interessi particolari di qualcuno o per farmi pubblicità o per ottenere dei vantaggi elettorali, ma per tutelare il sistema paese, e questo a Bruxelles lo hanno capito. Infatti, abbiamo vinto e siamo riusciti a fare accettare il contenuto del Decreto del 5 Agosto ed altre cose ancora.

Per aiutarmi avevo “preso in prestito” da Palazzo Chigi un dirigente che avevo conosciuto per caso e mi era sembrato molto in gamba, l’avvocato Enzo Moavero, che dopo qualche mese è diventato capo di gabinetto del Commissario Monti a Bruxelles.

L’accordo con Van Miert è stato concluso nel Gennaio del 1995, e i suoi risultati sono stati questi:

  • Gli imprenditori del Sud non hanno dovuto restituire i benefici trattenuti “illegalmente”
  • Non c’è stata nessuna multa per l’Italia (con le quote latte non è andata così)
  • Per la prima volta la fiscalizzazione degli oneri sociali è stata formalmente accettata dall’Unione Europea, sia per il passato (l’aveva sempre contestata) che per il futuro, con una riduzione graduale fina al 1997
  • E’ stata chiusa la procedura di infrazione contro l’Italia e si sono sbloccati tutti gli altri aiuti al Mezzogiorno, dalla 488 al Quadro Comunitario di sostegno.
  • E numerose altre cose ancora che è troppo lungo stare qui a ricordare, salvo che abbiamo anche allargato le zone eleggibili per le Regioni a declino industriale del centro-nord.

Il fatto è che quando si ragiona tra professionisti abituati a lavorare concretamente i risultati si vedono. I problemi ci sono quando questi progetti finiscono nelle mani di burocrati,  di politici che non hanno mai lavorato in vita loro, oppure di gente che è lì per fare soldi o per fare dei piaceri a qualcuno o perché pensa di ottenere in cambio dei voti.

Credo di aver detto tutto, salvo che nel mio ufficio nel Novembre del 1994, dopo lunghissime discussioni, era stato firmato dal sottoscritto, da sindacati e confindustria un documento intitolato "Strumenti e modalità di intervento finalizzati alla coesione economica e sociale del paese. Orientamenti comuni del Governo e delle parti sociali” che in molte parti è stato malamente scopiazzato dai Governi successivi e che in buona parte è valido anche oggi.

Tutto questo alla faccia delle bugie dell’Unità, del Senatore Coviello e di quelli che hanno criticato l’incontro di Teano, dimostrando di essere intellettualmente disonesti o, nel migliore dei casi, di non sapere nemmeno di cosa stanno parlando.

Giancarlo Pagliarini